AnnoMDVI. 3! var gli occhi con barbarie deteinata da ognuno . Convìnti e confetti a-mendue furono condennati a morte; ma mentre aveano il capo fotto la mannaia, Aifonfo facendo prevalere la clemenza alla giuftizia, lirimi-fe ad una prigione perpetua. Campò dipoi Don Ferdinando fino al 1540. Giulio (ino al 1559. in cui riebbe la libertà. Anno di Cristo mdvii. Indizione x. di Giulio II. Papa 5. di Massimiliano Re de’ Romani 15. TRattenevasi Papa Giulio in Bologna, ma non attai contento al vedere non ben peranche aflodato il dominio fuo in quella Città , perchè i Bentivogli li fermavano nello Stato di Milano . Ne fece doglianze col Re Lodovico , il quale fi alterò non folo per quefto, ma ancora perchè etto Papa non avea reftituiti i fuoi Benefizj al Protono-tario , figlio di Giovanni Bentivoglio , ancorché la facultà di dimorar nel Milanefe a i Bentivogli, e la reftituzionefuddettafoflero ttate dianzi accordate dal medefimo Papa . Crebbe lo fdegno di Giulio , da che intefe rifolnto il Re di procedere coll’armi contra di Genova : laonde fenza più attendere il concerto fatto col Re di abboccarli feco, allor* chè egli fotte venuto in Italia , nel dì 22. di Febbraio fi partì da Bologna , e s’inviò alla volta di Roma . Pria nondimeno di abbandonar quella Città, ordinò che fi rifacette alla Porta di Galiera una Fortezza, col pretefto confueto della ficurezza della Città, ma in fatti per tenere in briglia quel Popolo: due azioni, che rincrebbero non poco, la prima a gli amici de’ Bentivogli, e l’altra ad ognun di que’ Cittadini. Arrivò il Papa a Roma nel dì 27. di Marzo , dove tutto s’ applicò a i maneggi di una forte Lega contro i Veneziani, per ricuperar le Città da loro occupate in Romagna. E perciocché i Bentivogli nell’ Aprile fe-guente fecero un tentativo per rientrare in Bologna ; e veniva lor fatto, fe Ippolito Cardinal d' E/le non fi opponeva : nel dì primo di Maggio fu diroccato il Palazzo d’ etti Bentivogli in Stra’San Donato, che era de’più belli d’Italia in que’ tempi. Crebbe nell’Anno prefente il tumulto di Genova . (a) Perchè fu forzato quel fediziofo Popolo da i Fran- (a) Agoflino zefi. a ritirarli dall’attedio di Monaco, fenza più rifpettare la maeftà e padronanza del Re Lodovico, creò Doge Paolo aa Novi, TintoreGuicdardino di feta, uomo della feccia della plebe, e venne ad un’aperta e rotai ribellione: tutto pazzamente fatto, perchè niun v’era, che Jor fa-ceffe fperar foccorfo, per fottenere un sì ardito difegno. Per quanto il Car-