,i4l Annali d’ Italia. ed avea confeguita la Porpora Cardinalizia nell’ Anno 1517. Dio be-nediffe la propoiizion fuddetta , e quantunque Adriano non aveffe mai veduta Italia, nè folle perionalmente conofciuto dal facro Collegio , pure alla fama del raro luo merito fi accordarono tutti ad eleggerlo nel dì nove di Gennaio del prefente Anno . Trovava!! egli allora in Bif-caia ad efercitare l’impiego a lui appoggiato da eifo Augullo di Governatore e Vifitatore dei Regni di Spagna. Portatagli quella nuova, .per eiTere affatto inafpettata, riufcì a lui maravigliofa : pure accettò la gran Dignità, e ritenutoli proprio nome, fi fece chiamare Adriano VI. Siccome uomo prudente, non mollrò legno alcuno d’allegrezza, ma folamente rivolto a Dio, il pregò, che giacché gli avea voluto imporre quello pelo, gli contribuiife anche forze per foilenerlo inutilità della Chiefa, e della Repubblica Crilliana. Quanto a i Romani , fca-ricarono la lor bile in loquacità e villanie contra de’Cardinali, perchè avellerò eletto uno ilramero con pericolo , che fi tornafle a veder la brutta fcena della Sedia di San Pietro trafportata di là da’ monti. Peggio fparlarono da lì innanzi, perchè mancata la fplendida Corte di Papa Leone X. e i Cardinali ul'citi l’un dietro l’altro fuori di Roma , erano ceifvtti con ciò i groll; guadagni de’mercatanti e del Popolo, e crefciute le prepotenze e le ingiuilizie in eiTa Città . Per quello non fi fentiva altro, che benedizioni alla memoria di Leone , e maledizioni allo ilato prefente, ilante l’aver tardato più meli il novello Papa a comparire in Roma. Era in quelli tempi pafiato il Duca cT Urbino alla volta di Siena, defiderofo di far mutare il governo in quella Città. Mandarono a tempo i Fiorentini colà un rinforzo di gente , che tenne in dovere il Popolo,- e perchè effi fecero anche venire di Lombardia Giovanni de Media con un corpo di Svizzeri prefo al loro foldo , il Duca giudicò meglio di ritirarli, e pafsò poi nel Montefeltro, che tornò tutto alla fua divozione , fuorché la Fortezza di San Leo, e la Rocca di Maiuolo. In Lombardia Profpero Colonna Generale dell’ Armi Celaree in Milano niuna diligenza e precauzione ommetteva per premunirti contro i tentativi de’Franteli, i quali fi fapea, che oltre ad altra gente aveano adunato un groffo corpo di Svizzeri. Il Guicciar-dino fcrive effere Itati da dieci mila; 1’ Anonimo Padovano li fa’ afeen-dere a quattordici mila ; e il Giovio fino a diciotto mila. Gran riputazione s acquillò egli, coll’aver fatto un rnirabil trincieramento, guer-nito d’artiglierie fuori della Città di Milano intorno al Callello, acciocché venendo i Franzefi, non poteffero accollarli a quella Fortezza. Al pari di lui Girolamo Morone Luogotenente de! Duca fece il maggior preparamento , che potè per la difefa; nè folamente egli con lettere \