Anno M D X X X I I I: 117 piacendogli quefto attaccamento del Pontefice alla Corona di Francia, per fofpetro che in occatìone del progettato Matrimonio fi manipolale qualche trama in favor de’Franzefi, e in danno de’tuoi Stati in Italia: gran premura fece, perchè Catterina fi deffe per Moglie a Francefco Sforma Duca di Milano. Ma s’andò fempre ichermendo il Papa, in guifa che rimafero vane le batterie di Cefare (opra queflo punto. Il terzo, e più importante, era di formare una Lega in Italia, per af-ficurarfi, che ninna Potenza ilraniera ne turbade la quiete, e che fpe-zialmente non foffe moleftata Genova, nè il Duca di Milano. Furono invitati a queila Lega i Veneziani, ma concorfero in loro delle ragioni di non far nuove Leghe, eiibendofi di mantener le vecchie. Anche al Duca di Ferrara furono fatte Somiglianti iilanze ; ed egli opponeva, che avendo il Pontefice rigettata ogni concordia con lui, era obbligato a tener buoni prefidj per ditendere il proprio, ^fenza poter penfare a (pendere per la difefa altrui. Fece quanto potè l’Impera-dore, per troncare la difeordia fuddetta; ma avea che fare con un Pontefice, che folamente s’induceva a perdonare a chi era più potente di lui. Però altro non potè carpir« da Papa Clemente fe non la prometía di non offendere il Duca per diciotto Metì avvenire. Pertanto fi conchiufe la Lega Suddetta fra il Pontefice, 1’ Imperador Carlo, Ferdinando Re de’Romani, il Duca di Milano, il Duca di Ferrara, Geno-refi, Sanefiy e Lucchefl; e a tutti proporzionatamente venne aiTegnata la quota della contribuzione, per mantenere un efercito, di cui foffe Capitan Generale Antonio da Leva. Comprefi furono in efla anche il Duca di Savoia, e quel di Mantova, e tacitamente ancora i Fiorentini. Fu poi effa folennemente pubblicata nella feda di San Mattia di Febbraio . Ebbe Clemente VII. la confolazione in quelli tempi di veder comparire in Bologna un’ Ambafciata di Giovanni Re di Portogallo, che gli portò anche una Lettera del Re d’Etiopia, appellato Davide, il quale moilrava deiìderio di unire quella vaila Criilianità nell’Affrica Meridionale alla Chiefa Romana. A nome d’efio Re venne anche Francesco Alvaref Prete Portughefe, quel medeiimo, di cui abbiamo una gwflofa Relazione de’paeti e coltumi di que’Popoli Crittiani, che og- fidì niuna comunicazione hanno con gli Europei, perchè ílretti da i urchi, da i Gallani, e da altri Infedeli. Era creduto allora, che il Prete Janni, mentovato da Marco Polo, altro non foffe, che il fud-detto Re dell Etiopia. Le Lettere d’effo Re David, della Regina Moglie, e del Principe Figlio, ficcome ancora l’ubbidienza da e/li predata al Romano Pontefice, fi leggono ne sii Annali Ecclefiatlici del P z ° Ri-