Annali d* Italia: Anno di Cristo mdlxxv. Indizione ni. di Gregorio XIII. Papa 4. di Massimiliano II. imperadore 11. NOs poteano i Nobili nuovi di Genova digerire , che nel governo della Repubblica la Nobiltà vecchia godette più autorità di quel che conveniva, e che i principali Ufizj a lei iì deffero. Chiunque ha letto ne’precedenti Secoli , a quante guerre civili e rivoluzioni iìa fiata efpoita quella nobilifììma e potente Città, e come facilmente ivi iì accendefle il fuoco della difcordia, nulla ii ilupirà, che per quelli tempi ancora in quel Popolo dotato di gran vivacità lì ravvivailero le gare , non volendo gli uni eifere da meno de gli altri. SollevoiTi inoltre una terza fazione, cioè la Popolare, perchè trovandoli da molti anni in qua efclufo il balfo Popolo da tutti gli onori e Magiftrati del Governo, al quale anticamente era ammetto, con effer anche talvolta giunto ad ufurparfelo tutto , non celiava di mormorare della Nobiltà , e di afpirare almeno a parte dell’autorità perduta. Fu appunto commollo il Popolo da i Nobili nuovi a follevarfi, per abbattere 1 Vecchi. Andò tanto innanzi la gara, e il pericolo d’una fiera Sedizione , mallìmamenre allorché fu per eleggerli un nuovo Doge, che i Nobili vecchi per minor male della Patria giudicarono meglio di ritirarli fuori della Città, e di cedere al tempo. Dall’una e dall’altra parte furono fpediti Ambafciatori a tutti i Principi della Criilianità , per guadagnarli cadauno in fuo favore. Ora tanto il Papa, quanto l’im-peradore, e il Re Cattolico, per la premura, che aveano di confer-yar la pace in Italia , Spedirono colà i lor Miniilri , con incaricarli di fare il poflìbile per quetar quelle turbolenze ; e maflìmamente per parte del Pontefice vi fu Spedito il Cardinal Morone, uomo di mira-bil dellrezza nel maneggio de gli umani affari. Ma fi trovarono sì dure le teiìe dell’una e dell’altra fazione, che gran tempo rellò inutile la diligenza de’Pacieri. Fecero buon armamento tanto i rimalli in Città, che gli ufciti, e fi venne alle oftilità, con avere i Nobili vecchi occupate le Terre di Porto Venere, Chiavari, Rapallo, Sellri, e Novi. In favore di quelli maggiormente inclinava il Re Cattolico Filippo lì. Anzi gran gelofia recò a i Cittadini l’elìerfi fermato in que’mari Don Giovanni d' A ufiria, nel mentre che paflava a Napoli con cinquanta Galee: laonde fu in armi tutta la Città. Voce corfe, eh’elio Don Giovanni, fe gli veniva fatta, meditafle d’infigno-rirfi di quella Città, mollo da privato defiderio di acquillare un bel dominio