Anno M D X V. venne.. II Maresciallo Trivul^io, pratico di quelle afpre montagne, tanto andò girando , che adocchiato il iìto, dove è il Cartello deli Argentiera, e dove nafce la Stura, che va a Cuneo, lìccome ancora il Colle dell’Agnello: quivi flfsò, che potette trovarfi il varco nel Piemonte. 11 Giovio egregiamente defcrive le immenfe fatiche durate da’ Franzefi, per paliate, ed anche con artiglierie per quella parte, per cui giunfero fino alle pianure di Saluzzo ; mentre gli Svizzeri accampati tanto lungi verfo Sufa, li {lavano afpettando per farne un fognato macello . Era andato Profpero Colonna Generale del Duca di Milano con molte fquadre a Villafranca, fette miglia lungi da Saluzzo, e con varj Ufiziali le ne flava nel dì 15. d’Agoilo faporitamente definando; quando all’ improvvifo ecco con una marcia sforzata giugnere colà il Palìffa col Aubigny e circa mille cavalli, che fece prigione lui, Cefa-re Feramofca, Pietro Margano , ed altri Capitani illultri, e fvaligiò la gente loro . Non picciolo sfregio recò alla riputazion del Colonna, 1’ eiìerfi lafciato cogliere in quella politura , per non aver tenuto fpie e guardie avanzate, con altre precauzioni ufate da’ faggi Condottieri d’Armate. Fama fu, che il bottino fatto da effi Franzeli afcendeffe a cento cinquantamila Scudi. Calò intanto per varie ftrade 1’clercito Franzefe, e andò ad unirli a Torino, dove il Re Francesco fu magnificamente accolto da Carlo ìli. Duca di Savoia . Gì a’gli Svizzeri aveano veduto andar a monte tutte le loro fperan-ze e braverie ; e riflettendo pofcia allo fcacco patito dalla cavalleria di Profpero Colonna , in cui confidavano, per eifere eglino fenza cavalli ; e fentendo, che l’Alviano, pattato l’Adda , s’era impoffeffato di Lodi; e che veniva il corpo de’Franzefi e Genoveli da un’altra parte: dopo aver dato il facco a Chivaffo ( e fu detto anche a Vercel- li ) fi ritirarono verfo il Milanefe . Tuttavia fi fermava a Piacenza 1’ efercito Spagnuolo col Pontifizio e Fiorentino; ma con poca armonia, perchè Papa Leena, che navigava fempre con due buiTole , avea fpe-dito un fuo familiare al Re Criilianiffimo, per ifeufare il movimento delle lue armi, e le Lettere fue intercette dal Viceré Cardona aveano fatto nafeere molta diffidenza fra loro. Nulladimeno moilrava etto Cardona di voler pure ufeire in campagna, per unirli co gli Svizzeri; le non che 1’ Alviano dalla parte di Lodi co i Veneziani, e il Signor della Clieta colle brigate fue ede’Genovefi da un’altra parea-no dilpoili ad impedir la meditata unione. Impazientati gli Svizzeri per quella dilazione, fpedirono a Piacenza il Cardinale di Sion , che non dimenticò doglianze e minaccie per muovere quell’ armi. Di belle parole e promette non gli fu avaro il Viceré; e poi fattigli contare fettan- G 4 ta mi-