i78 Annali d’ Italia; dì 23. d’Agofto capitolò di renderfi, fe per tutto il Mefe fuddetto non gli veniva foccoriò. Poco felicemente camminavano gli affari del Pontefice in Lombardia, e Pegg*° P°i i'i Roma. Imperocché fi trattò di Pace fra effo Papa da una parte, e Don Ugo di Moncada, Reggente allora di Napoli per la lontananza del Viceré, e i Colonnefi dall’altra. Vefpafiano Colonna, di cui molto fi fidava Clemente VII. fu il mezzano, che conchiufe 1’ accordo nel dì 22. d’ Agolto , per cui doveano i Colonnefi reftituire Anagni, e ritirare le lor genti nel Regno di Napoli. Ripofando su que-fìa capitolazione l’incauto Pontefice, licenziò quafi tutte le fue milizie. Ma nella notte precedente il dì 20. di Settembre eccoti fegreta-mente arrivare lo fteifo Moncada , allievo ben degno del fu iniquo Duqa Valentino, ed Afcanio Colonna , e il fuddetto Vefpafiano, con cttocento cavalli e tre mila fanti, che prefero tre Porte di Roma. Era con eiTo loro Pompeo Colonna Cardinale, uomo di poca Religione , e di fmifurata ambizione , sì vago del Pontificato, che fu creduto , che avelie cofpirato alla morte violenta del Pontefice, per occupar egli dipoi la Sedia di San Pietro. Il Papa nel Palazzo Vaticano implorando l’aiuto di Dio e de gli uomini, non fi volea muovere . Tanto diffe-ro i Cardinali, che fi rifugiò in Cartello Santo Angelo nel medefimo \ tempo, che que’mafnadieri diedero il facco non folamente al Palazzo Pontifizio , ma anche alla Bafilica Vaticana, alla terza parte del Borgo nuovo , e a quanti Cardinali e Prelati trovarono in Borgo, e a gli Ambafciatori della Lega, con perpetua infamia del nome Criftia-(a ) Lettere no. In una Lettera di Girolamo Negro (c) è deferitta quella Tragica de ^"l«/i*fCena. Ed ecco il primo amaro frutto delle Leghe e guerre di Papa Clemente VII. e pure Dio l’aveva riferbato a più dura lezione e difciplina. Perchè il Cartello era fprovveduto di vettovaglia, avendo Don Ugo propofta una tregua, non durò fatica il Papa a condifcendere, obbli-gandofi fra l’altre condizioni di richiamar le milizie fue dalla Lombardia. Quefto avvenimento difturbò tutti i difegni dell’efercito Collegato in Lombardia , che già s’era fortemente rinforzato per l’arrivo del Mar-chcfedi Saluto con cinquecento Lancie e quattro mila fanti Franzefi, ed alpettava a momenti anche due mila Grigioni, con difegno di rtri-gnere da due parti Milano. Ed ancorché il Papa, che non fapea digerire la Tregua fatta, nel ritirar le fue truppe lafciafle in quell’ efercito quattro mila fanti fotto il comando di Giovanni de Medici, col prete- ilo , che foiTero gente pagata dal Re di Francia : pure niun’ altra con-fiderabile azione fu fatta da eifi Collegati. Si rendè intanto la Città di Cremona, e ne fu dato il poiTeffo al Duca Francefco, ed anche Piz- zighit-