Anno MDLVII. 353 tanto fangue, Taccheggi, incendj, violenze, e defolazioni alle Terre Papali, fi tirò dietro anche la rottura fra i Re di Spagna, d’Inghilterra, e di Francia. Nè quefto folo flagello toccò al Ducato Romano nell’Anno prefente. Nel giorno feguente alla Pace Tuddetta, cioè nel dì quindici di Settembre, per le dirotte pioggie cadute a i monti, sì fieramente s’ingroi'sò il Tevere, che allagò la maggior parte di Roma ad un’altezza tale, che d’una fìmile non fi ricordavano i Romani di allora. Atterrò l’empito dell’acque due Ponti, la Chiei'a di San Bartolomeo nelTITola, mo’tiffime caie, mulini, ed altri edifìzj, coivper-dita di molte pedone e beiliami, ed immenTo d^nno di merci, fieni, grani, vini, ed altri comeilibili, e con rellar tutti i Totterranei pieni di belletta. Da una pari diTavventura Tu afflitta anche Firenze con altri Luoghi di Tol’cana per la sfoggiata efcrafcenza dell’Arno, che fi traile dietro i Ponti di Santa Trinità, della Carraia, e Rubaconte; e ?uivi cagionò parimente i mali fopra defcritti. Anche in Palermo un iumicello a cagiun delle pioggie, continuate per fette giorni, sì rigo-gliofo calò dal monte, che rovinò aiTaiiRmi edifiz.j, affogando oltre a fette mila perfone. Scrivo ciò coll’autorità del Sardi allora vivente; ma forfè la Fama ingrandì per viaggio il numero de’morti. Era intanto reilato Tolo Ercole lì. Duca di Ferrara, cioè abbandonato affatto dal Papa, e poco meno da i Franzefi fletti, ed eTpoilo all’ira del Re Cattolico , il quale non tardò a Tar muovere Ottavio Duca di Parma contra di lui, rinforzato a quefto effetto da milizie fpeditegli da Cofìmo Duca di Firenze, e da Giovanni Figheroa Vicegovernator di Milano, a cagion della difcordia nata fra il Cardinal di Trento , e Gianibaù{la Cajlaldo. Sul principio d’Ottobre ufcito in campagna il Farnefe, s’impadronì di Montecchio, Sanpolo, Varano, Canoffa, e Scandi ino. Le genti del Duca di Ferrara anch’efle cominciarono le oililità con delle (correrie fino alle porte di Parma. Sopravenne il verno, che fece ilar quiete Tarmi; poiché per altro il.Duca di Parma per varj riguardi, e fpezialmente perchè non correano le paghe, poco inclinato fi fentiva a quefto ballo. Meno ancora v’era portato TEftenTe, che nello tempo ileflò per mezzo de’Veneziani e del Duca Cofimo avea de’maneggi in campo, per ricuperar la grazia del Re Cattolico. Tomo X. Z Anno