35° Annali d*' Italia; gli non fece ,• che prefidiar quella Città : il che rendè inutile ogni altro tentativo de gli Spagnuoli. Ma nel Lazio avvennero intanto altre azioni di guerra. Marcantonio Colonna per maggiormente ftrignere Palliano, andò aH’aifedio di Segna, nel qual tempo al Barone di Feltz riufcì di acquiilare la Rocca di Mailìmo, Fortezza inefpugnabile; perchè troppa fu la paura, eh’ei fece a Giovanni Orfino, Signor d’ef-fa, con cannoni di legno condotti in fito luperiore alla Rocca , e minacciar.» ad eifa la total rovina. L’infelice Città diSegna prefa fu da gli arrabbiati Spagnuoli e Tedefchi, avidi della preda, e quivi commeife tutte le più orride iniquità, lolite ad accompagnare i fac-cheggi, e non finì quella Tragedia, che la mifera Terra fu anche data alle fiamme. Racconta qui il Sardi contemporaneo Ferrarefe una particolarità, di cui non ho trovata menzione preifo altri Scrittori. Cioè, che venne a Ponza e Palmirola 1’ Armata navale Franzefe col Principe di Salerno, per unirfi colla Turchefca compolla di ottantaquattro Galee. Che su quella ultima era il Signor della Vigna, il quale per parte de’Carrafi invitava quegl’infedeli a portar la guerra nel Regno di Napoli, per divertire le forze del Duca d’ Alva. Ma altro non fecero i Mufulmani, che faccheggiare ed abbruciar Cariati nel Golfo di Taranto e Turrana: il che fatto, con quanti Criiliani fchiavì poterono menar feco, fe ne tornarono in Levante, lafciando delufo il Principe di Salerno, il quale andò pofeia a morire mileramente in Francia, degno di tal fine per la fua fmifurata diifolutezza ed ambizione. Tornò intanto di Francia il Maresciallo Strofi con ordine al Duca, di Guifa di aillilere al Pontefice, ed egli perciò pafsò colle fue genti a Tivoli. Traife anche il Duca dì Alva colle fue in quelle parti, ed unitoli con Marcantonio Colonna, feco difegnò di tentare l’acquiilo di Roma. V’ha chi crede, ch’egli diceflè daddove-ro, e fperaife anche di buona riufeita , dopo aver dato giuramento a i Capitani di ailenerfi da ogni molellia de’Romani: colà facile ad effere promefla, ma troppo difficile, per non dire imponibile, ad ef-fere mantenuta dall’avidità de’foldati. Vogliono altri, che il tentativo fuo folamente tendelTe ad intimidire 1’ ollinato Pontefice, per ridurlo alla Pace: cofa defiderata più dal Re Cattolico Filippo //.pervarj riguardi, che dal medefimo Papa Paolo IV. Quello, eh’ è fuor di dubbio , nella notte del dì 16. d’ Agollo con ifcale preparate fi prefentò il Duca d’Alva alla Porta di San Seballiano. Ma avendo il Cardinal Carraja , avvilato di quello movimento dal Cardinale di S ama fiore, ben guemite di foldati le mura di Roma, fenza che i Romani ne avellerò noti-