Anno M D I I I. ^ Ancorche’ìI Papa per Tuoi fini politici licenziale allora ^ran parte delle fue genti, pure il Duca Valentino fegretamente molte ne raccoglieva , gravido l'empre di più grandiofe idee. Dava di grandi fof-petti a’Sanefi e Fiorentini, aspirava al dominio di Pifa. Cercava anche il Papa di tirare i Cardinali a confentire, che fi deffe al Figlio il titolo di Re della Romagna , Marca, ed Umbria. E giacché efra a lui ’riufcito di abbattere Colonnefi, Orfini, e Savelli, principali Baroni di Roma, filavano gli altri minori in continuo fofpetto e timore dell’infedeltà ed ambizione della regnante Cafa Borgia , in guifa che molti ancora per loro meglio fi afientarono ; quando la morte, che fovente fconcerta, o concerta le cofe de’mortali, venne a fare impenfatamen-te fcena nuova . Cadde malato Papa AleiTandro, e nel dì 18. di Ago-ito fu chiamato ¡da Dio a rerfrìere conto della vita tanto fcandalol'a , da lui menata non men prima, che durante il Pontificato fuo, Talmente divulgata e radicata fi è la voce, ch’egli moride avvelenato, che non sì facilmente fi potrà fvellere dalla mente di chi fpezialmen-te inclina in tutti gli avvenimenti alla malizia . Così parlano il Guic-ciardino, il Volaterrano, il Giovio , il Bembo, per tacere di tant’ altri. Dicono, che in una cena preparata per cagione de’caldi eccef-fivi in una vigna, edendo approntati alcuni fiafchi di vino . con veleno, per ifcacciar dal mondo Adriano Cardinale di Corneto ( efecranda iniquità, efercitata già verfo altri Porporati ricchiifimi, per ingoiar le loro facoltà, e molto più fopra i nemici, per vendicarli) cambiati inav-vertentemente edi fiafchi, toccaffe il malefico beveraggio al Papa ilei' fo. Diede maggior fomento a queita fama , l’edere fopragiunta nel tempo {ledo a due altri di que'commenfali , cioè al Duca Valentino , e al fopradetto Cardinal di Co'rneto, una mortale infermità , che efìi poi fuperarono con potenti rimedj, e col vigore dell’ età lor giovanile; ma non già il Papa, a cui nel medefimo tempo fecero guerra fettan-ta due anni di fua età, avvegnaché egli per la fua robustezza fenile fi promettelìe molto più lunga carriera di vita. Ma quel, che finì di pervadere alia gente , che il veleno avede liberata la Chiefa di Dio da queilo mal’arnefe , fu , che il corpo fuo, efpoito alla viita d’ ognuno, comparve gonfio, troppo sfigurato, e puzzolente: il che fu attribuito all’ attività del micidiale ingrediente. Ora qui convien diitinguere due punti, malamente confufi dal giudizio del volgo. Il primo è, che veramente dovette fuccedere quella cena, e che meda per malizia del Valentino reilò avvelenato il Cardinal di Corneto, e per balordaggine dello Scalco anche il Duca Valentino. Non fi può mettere in dubbio l’infermità dell’ uno e dell’altro, nè fi