XXV >* venne mai in mente alcuna pretensone (opra le due Città Pontificie » dall’an. 15zi. in cui tornarono alla Chiefa nel fine del Pontificato »di Leone X. finché effa tranquillamente le godette, cioè in 25. an-» ni. Nemmeno gli venne ne’due anni, ne’quali le poffedè in feudo » della Chiefa Pier Luigi. Due foli accidenti generarono tal pretenfio-»ne; l’odio concepito contro i Farneir aderenti alla Francia; e l’in-» vafione di Piacenza fatta dai Governatore di Milano. Sono eifi per » verità due gran titoli, da render gloriofo qualunque buono Avvoca-» to prenda a difenderli. »Eppure più di 170. anni dopo, cioè l’an. 1727. il Senator Cola, » come lo chiama l’Annalifta; feppe mutilar tante autorità di gravi Scrit-» tori, tante ne i’eppe interpretar fini ftra mente, ed ebbe il coraggio di » congegnar tante falfità intìeme, che a guifa di quel buono Avvoca-»to, che confermò il BarbaroiTa nella falfa immaginazione d’eifer pa-» drone di tutto il mondo, osò dichiarar l'Iinperadore Signore di tut-» to l’Occidente, e gli fu rifpofto per le rime, febben libri di tal for-» ta da fe ilelìi fi condannano. Or coteilui con plaufo grandiifimo dell’ * Annalifta, amante della verità, 0 di quel dìei crede verità, pubblicò » tra gli altri Documenti anche quello della Ceilìone di Piacenza del »Re Filippo, vivente ancor Carlo, il quale gli aveva ceduti tutti i * infieme la convention Segreta, parole dell’approvazione » dell’ Annalista, per cui fi dichiarava, che il Re concedeva in feudo effci » Piacenza, e parte del Territorio di Parma al Duca con altre partieolari-» tà, ed Atti, che quivi pojfono leggerfi. Il Panvinio Scrittor veridico, »-e di que’tempi, c’infegna, che in occafion della guerra tra Paolo IV. e Filippo 11. quelli rellituì Piacenza ad Ottavio per debilitar le » forze del Papa , fiaccando da lui un Feudatario della Chiefa, e fuo »nemico: Cujus belli, ut creditum efi, occafionc Placenùa Ottavio Far-» nefio Parmce Duci refiituta, ipfe in gratiam a Rege Philippo receptus ejì; » qua res Papa aiumum valde perturbavit totum in eo cenamine defixum.. » Nani Ottavii, utpote Regìs tìifpaniaium hojlis , oper'am eo bello fibi poi-» licebatur. Ma accordiamo all’Annalifta, che il Panvinio non fapeife »la convenzione fegreta. Accordiamogli ancora, che il Duca Ottavio »per tornare all’intero pofl’eiTo del Ducato Paterno, comunque otte-» neffe l’intento , 0 dal Duca di Milano, come minacciò la Chiefa di » voler fare; o dal Re di Francia, dal quale delufo abbracciò il partito » conrrario, o da qualunque altro Principe, foffe bene flato quel delle » tenebre, con quallìvoglia condizione fi farebbe lafciato guadagnare. »Che diritto avea Filippo II. d’infeudar Piacenza? Le ragioni cieli“ » Imperio non rilèdevano preffb il Re de’Romani Ferdinando fratello »►di Carlo V. al quale avea rinunziato al principio di Settembre Io fcet- » tro