✓ Anno MDXLVII. 189 Anno di Cristo mdxlvii. Indizione v. di Paolo III. Papa 14. di Carlo V. Inrperadore 29. COn una ftrepitofa fcena in Genova fi diede principio all’Anno prefente (a). Da che fu rimeifa in quella potente Città per C0'^]1F/rfa,^u' ra filiale di Andrea Doria la Libertà, e riferbato quali tutto a i No- Campana. bili il governo d'effa, quivi lì godeva un’invidiabil pace e tranquillità. Maliardi. Ma era gran tempo, che Gian-Luigi de Fiefchi, Conte di Lavagna, e Signore di molte Cartella, ficcome giovane di grand’animo e di pen-fieri turbolenti, andava macchinando novità in pregiudizio della Patria fua, con eflere lìti giunto a delìderar e fperare di acquirtarne la Signoria, o più torto di ridurla fotto il comando del Re di Francià. Mirava egli con occhio di livore e con occulta rabbia lo ftato e la fortuna del fuddetto Andrea Doria, parendogli, che fotto nome di Libertà egli faceffe da Padrone in Genova, e che l’Imperadore coll’efle-re dichiarato Protettor della Città, e col tenere al fuo foldo elio Doria, anche più del Doria quivi fignoreggiafle. Sopra tutto gli flava fui cuore, come pungente fpina , Giannettino Doria, Nipote ed occhio diritto d’eflb Andrea, che forfè non cedeva a fuo Zio nella feienza dell’Arte nautica militare, e benché giovane, già s’era acquirtato gran grido in varie azioni di valore, perchè in lui confiderava un fucceflo-re nell’odiata autorità e dignità d’Andrea; e tanto più perchè in lui abbondava l’alterigia, cioè il potente fegreto per farli odiare. Dopo aver dunque Gian-Luigi in molto tempo, e con intelligenza de’Mini-flri Franzefi, e di Pier-Luigi Duca di Piacenza e Parma, fegretament'e introdotte in Genova alcune centinaia de’più arditi uomini delle fue Cartella, ftelfe la notte precedente al dì due di Gennaio di queft’Anno, per effettuare il fuo perverfo difegno. Chiamati feco a cena molti de' fuoi amici Nobili Popolari, e fvelata ad elfi l’intenzion fua, gli ebbe quafi tutti feguaci all’imprcfa. Ufcì egli pofeia alle dieci ore della notte colla gente armata, e non tardò ad impadronirfi della Porta dell’ Arco, con ifpedire dipoi Girolamo ed Ottobuono fuoi Fratelli a far lo fteffo di quella di San Tommafo. Era la principal fua mira di occupar la Darièna, e di ridurre in fuo potere le venti Galee di Andrea Doria; e gli venne fatto, ma con rifvegliarlì allora un gran tumulto e llrepito di voci de’remiganti e marinari, che in effe lì trovavano. Nello fteffo tempo gli altri lì fecero colla forza padroni della fuddet-ta Porta di San Tommalo, divifando appreffo di quindi paffare al Pa-Tomo X. T laz-