118 Annali d’ Italia; Rinaldi. Ma così bell’apparato andò poi a finire in nulla, e a’nollri tempi non Iblo unione alcuna non patta fra la Chiefa Romana e que’ Criiliani, macchiati di qualche Eretta, ma v’ha pubblica fiemicizia. Terminati i fopradetti affari l’Augufto Carlo V. nell’ultimo giorno di Febbraio prefe congedo dal Papa, e s’inviò a Pavia, dove giunto fi fermò alcuni giorni con Antonio da Leva. Di là pattato a Genova, ed imbarcatoli fulle Galee di Andrea Doria, fece poi vela alla volta di Spagna, portando feco de’non lievi fofpetti dell’animo del Papa ver-fò di sè. Nel dì io. di Marzo anche il Pontefice motto da Bologna, per la Romagna e Marca fi trasferì a Roma. Già s è detto, che l’amore del Nepotifmo era il mobile principale nel cuore di quello politico Pontefice. L’ingrandimento procurato al Duca Aleffandro luo Nipote, colla depreflìon della Repubblica Fiorentina, non pareva a lui durevole. Per ben attlcurarlo avea già ricavata parola da Cefare, che farebbe data in Moglie ad Aleflandro Margherita figlia naturai d’etto Augutto, la quale appunto in quell’Anno ettendo in età di dodici anni, tu mandata da Carlo fuo Padre a Napoli, per effere educata dalla Moglie di Don Francefco di Toledo Viceré, e pattando per Firenze vi fi fermò per otto giorni, onorata con aflaittìme fette e tripudj. Gloriofo era per la Caia de’Medici quello parentado; ma un più cofpicuo ne maneggiava intanto l’indefettò Pontefice, con ittudiartt di dar in moglie ad Arrigo fecondogenito del Re Francefco I. e Duca d’Orleans, Catterina Figlia legittima, ficcome dicemmo, di Lorenzo de Medici, già Duca d’Urbino. Oltre al grande onore, che lì accrefceva con que- lli due sì riguardevoli Matrimonj alla Famiglia fua, confiderava il Papa di fortificare talmente coll’appoggio di così poflenti Monarchi lo llato del Duca Aleflandro, che non potette mai traballare. A fin dunque d'effettuare quello, infigne negozio, determinò fen-za verun riguardo all’alta fua Dignità di pattar fino a Nizza, e fecondo il concerto fatto, di abboccarli ivi col Re Criflianijjìmo, palliando quello viaggio, fecondo l’attettato del Guicciardino, con dire di voler trattare del bene della Criflianità, e di mettere nella buona via il Re d'Inghilterra. Pertanto mandata innanzi la Nipote Catterina a Nizza, fi motte da Rom,i nel dì nove di Settembre, e andò ad imbarcarli a Porto Pifano fulle Galee di Francia e di Andrea Doria. E perciocché al Duca di Savoiaiper timore di Celare non piacque il congreifo di legnato in Nizza fra Papa Clemente e il Re Francefco, pafsò etto Pontefice a Marfìlia, dove approdò nel dì undici di Ottobre. E’da ftupire, come il Varchi, allora vivente, fcriveffe feguito il loro abboccamento in Nizza. Splendidiffimo fu il fuo ingreffo in Marfìlia, e crebbe la magnificenza*, allor*