I IO Annali d1 Italia: (&)Guhciar-Nipote, capace di propagar la Cala de’ Medici. ( a ) Gran tempo era, fati ' Nard'i'c^e an<^ava ftudiando ragioni, e cercando colori, per togliere il Du-Raynaidus " cato d’Urbino a Francefco Maria della Rovere; e prima d’ora avreb-^nonìm“1' k0 avut0 efecuzione l’intento Tuo, fe il predetto Giuliano, a cui pen-p'ìidovdrio. ^ava eg^ di conferir quegli Stati, non vi avelie ripugnato per la gratitudine da lui profetata a quel Principe a cagion di molti benefizj da lui ricevuti. Pattato che fu all’ altra vita Giuliano, non avendo più il Papa alcun rifpetto o ritegno, e per nulla valutando il tanto Ibene, che la fua Cala avea riportato da quel medelimo Duca, perchè ¿limolato dal Nipote Lorenzo , e da Alfonfina Orfina fua Madre, Donna fommamente ambiziofa, accumulò in un proceiTo alcuni veri, o apparenti reati del fuddetto Duca, il principal de’quali confi-ileva nell’ avere ricufato di andar colle Tue genti ad unirli nell’ Anno precedente all5 Armata Pontifizia contro i Franzefi. Nè lafciò indietro il grave eccetto dell’ uccilìone del Cardinale Alidojio, ancorché il Duca da Papa Giulio li. ne avelie riportata afloluzione o grazia. Motte dipoi T armi lue e quelle de’ Fiorentini, per cacciar colla forza da quegli Stati etto Duca, il quale affai conofcendo di non poter folo far argine a quella piena, lì appigliò al partito di cedere al tempo e di ritirarli a Pefaro; e nè pur quivi tenendoli iìcuro , pafsò a Mantova col Figliuolo e colla Moglie, Figlia di quel Marchefe. Avea ben lafciati prettdj nelle Fortezze di Pefaro, Sinigaglia, San Leo, e Rocca di Maiuolo ; ma quelle 1’ una dietro all’ altra lì andarono rendendo a Ren^o da Ceri, e a gli altri Ufiziali del Papa, con infinito difpia-cere di tutti que’ Popoli, che non fi può dire, quanto amattero quel Principe per l’incorrotta fua giuilizia ed ottimo governo. Allora fu, che fcappo fuori la fiera fentenza, che dichiarava decaduto da quegli Stati etto Duca ; e quando la gente fi credea guadagnato per la Chiefa quel Ducato, venne ognuno a Capere , che la fella era Hata fatta per Lorenzo de’ Medici, il quale dal Pontefice Zio fu creato Duca d’ Urbino, e Signore di Pefaro e Sinigaglia. Al Re di Francia , che in Bologna avea molto perorato in favore del fuddetto Francefco Maria Duca d’Urbino , riufcì moietta non poco 1’ occupazione del di lui Ducato; nel qual tempo ancora andò etto Re fcoprendo, che occulti maneggi lì faceffero ne gli Svizzeri, pretto il Re d’Inghilterra , ed altri Potentati dal medefimo Papa. Non men de’ fuoi due Predeceflori nudriva il Re Francefco un focofo defiderio di conquillar anche il Regno di Napoli per li fegreti {limoli dell’ambizione, che in alcuni Monarchi non fa mai conofcere nè dire: baila. Si allenile da quell’ imprefa, benché ideata appena dopo l’acqui-