LI I perfona per terminare più celeremente la guerra, che non fi può negare, cffere un gran flagello de’Popoli. Il Ven. Bellarmino fa di più; e con varj efempj difende la condotta di Giulio nel Libro della temperai podeflà del Pontefice contro il Barclajo cap. xi. come appo il Sandini Vit. Rom. Pont, in Jul. II. adnot. y. Non è già però, che il Sig. Muratori non fappia a tempo, e luogo proccurare di render meno odio-fo chi egli vuole. Luigi XII. gode di quella buona forte; dacché, occupata Bologna, e dato ordine al Trivulzio di ritirarli, ha fubito il fuo elogio in quelle parole ( anno 1511. ): perfuadendofi il buon Re di poter ammollire con tanto rij'petto il cuor duro del Papa. Appunto. Il buon Pe, che volea fare adunare un Concilio in Lione per deporvi il Papa, come l’anno precedente ci avea detto il noftro Annalilta, ed ora difendeva un Feudatario, che contro ogni ragione non volea rendere i fuoi diritti al legittimo Padrone di quelli itati, che in feudo effo godeva. Finalmente però convenne al Duca Alfonfo ricorrere alla clemenza Pontificia. Il fatto è riportato dal Sig. Muratori all’ an. 151 2.: ma con quanto ('vantaggio di Giulio! Egli vi fa la trilla comparfa di mancator di parola; ma io prego il Lettore a confultare il Rinaldi al detto anno ( num. yt. e feej. ); ove colle parole del Diario di Paride Graffi lo riporta affai diverfimence. Anzi io voglio dare nel genio all’Annalifta: onde rimetto il mio Lettore al Guicciardino, Autore a lui sì caro. Il falvocondotto in primo luogo è dato aU’Eflenfe per andare, e ritornare-, e l’aggiunta dt fuoi Stati, che vi attacca il Sig. Muratori, non vi lì legge. L’occupazione di Peggio fatta dal Duca d’Urbino apparifee anzi una volontaria foggezione de’popoli , che un’invafione. E’vero, che il Papa lì lafciò intendere, che rivoleva Ferrara; ma oltreche ve-nivane al Duca offerto il compenfo, egli n’era già decaduto in vigore del monitorio Pontificio. Il Papa finalmente fi rapprefenta coflantillimo in voler mantenere la fua parola, ed il Salvocondotto; e tutto quello l’abbiamo dal Guicciardino fui principio del Libro XI. Un afpetto affai diverfo hanno quelle cofe medefime nel citato luogo degli Annali: ma fe il Guicciardino qui non fi è feguitato, fe non alterandolo, non è abbandonato l’anno feguente, formando colle fue parole il carattere del defònto Giulio II. il quale affai più rifpettofo, ed anche più veridico potea ricopiarli dal Rinaldi, e dal Ciacconio; e non tanto di quello Pontefice, quanto degli altri ancora> che sì fvantaggiofo l’hanno ne’ prefenti Annali. Siamo nel Pontificato di Leone X. in cui la prima cofa da confiderarfi è il famofo Trattato di Bologna riferito all’an. 1515. tra il Papa, e Francefco l. Re di Francia, intorno al quale Tentiamo prima quello, che dica il Rinaldi, e poi afcolteremo il Sig. Muratori. Avendo pertanto quello Storico al n. 55. del detto anno defcrittoci minutamente il trattilo medefimo, così dà principio al n. 60. » Fin qui