Anno MDXII. ¿7 brevità di tempo, perchè convenne battere con artiglierie le mura, e fecondo il Bembo, vi fu formata e fatta giocare una mina gravida di polve da fuoco: cofe, che richieggono tempo. La verità fi è, che dopo fatta la breccia o colle palle da cannoni, o colla mina, fu dato l’affalto , che collo non poco fangue a gli aggreiTori, ed obbligò il valorofo Veftidello Pagano, Comandante di quella Fortezza con que’pochi de’fuoi, che erano rettati in vita, a renderfi , fal-ve le perfone, nel dì ultimo di Dicembre del precedente Anno. Scrivono alcuni, eh’egli fu uccifo nell’oilinata difefa ; ma Gafparo Sardi, e l’Ariollo, che meglio fapeano i fatti di cafa loro, ci ailìcurano, a-vere que’mancarori di fede tolta a lui la vita dopo la refa, in vendetta d’un loro bravo Ufiziale perito con tant’altra gente in quell’af-fedio. Ecco le parole dell’Ariofto: (a) (*) trìodo; Che poiché in lor man vinto fi fu meffo iantoXLlI. Il mifer Veflidel, ¿affo e ferito, Sen^ armi ju fra cento fpade uccifo Dal Popol la più parte circoncifo . Alfonfo Duca di Ferrara, a cui flava forte fui cuore la perdita di quel rilevante pollo, nel dì 13. di Gennaio di queft’Anno colà fi portò anch’egli colla gente e colle artiglierie occorrenti, e feppe così deliramente e valorofamente condurre l’imprefa, che diroccato il muro frescamente rifatto, in poche ore a forza d’armi ripigliò quella Fortezza, con eifervi mandati a filo di fpada tutti i difenfori. Fu colpito neU’aiTalro lo ile ilo Duca nella fronte da una pietra moiTa dalle artiglierie con tal empito, che rimafe tramortito più giorni. La celata gli ialvò la vita. Papa Giulio, uomo facilmente rotto ed iracondo , fcrif-fe per quello fatto Lettere di fuoco ai fuoi Capitani. Dopo varj configli finalmente nel dì 26. di Gennaio colla neve in terra l’efercito Pontifizio e Spagnuolo imprefe l’affedio di Bologna , pollandoli verfo quella Città dalla parte della Romagna per la comodità delle vettovaglie. Piantate le batterie, fi diede principio alla lor terribile finfonia ; fi formarono gli approcci; e già erano diroccate cento braccia delle mura , e vacillante la Torre della Porta di Santo Stefano. Dentro non mancavano ad una valorofa difefa i Bemivogli con chi era del loro partito , e Odetto di Fois, ed Ivo <£ Allegre Capitani Franzefi , che con due mila Tedefchi e ducento Lande rinforzavano quel prefidio. Erafi per dare 1’ aiTalto alla breccia , ma fi volle afpet-tar lelitodiuna mina, tirata fotto la Cappella della beata Vergine del Baracane nella Strada Cartiglione da Pietro Navarro. Scoppiò quella , e roirabil cola tu, chela Cappella fu balzata in aria, q tornò a ri- E z cadere