14.0 Annali d’ Italia: la Camera Pontifizia fpendeva quaranta mila ducati d’oro. E tutto quello per acerefcere alla Chiela l'uddetta un dubbiofo patrimonio, che a’dì noilri s’è veduto a lei tolto; quando nel tempo lleiTo sguazzava e fi dilatava 1’erefia di Lutero ; e il fier Solimano Imperador de’Tur-chi, fcorgendo immerfi in tante guerre i Monarchi Criitiani, formò l’affedio di Belgrado, baluardo della Criilianità in Ungheria, e fe ne impadronì: dal che poi venne la rovina di quel vailo Regno, e un’ altra gran piaga al Criftianefimo. Scriffe bensì il giovinetto Re d'Ungheria Lodovico calde Lettere all’Imperadore, al Papa , e a gli altri Principi Criiliani, implorando aiuto in sì gran bifogno ; ma non trovò altro, che compatimento alle fue difgrazie. Mi fia lecito il rapportare all’Anno feguente alcuni fatti accaduti fui fine del prefente. Qui fofamente ricorderò, che nel dì 22.. di Giugno venne a morte Leonardo Loredano Doge di Venezia, la cui Prudenza in tempi tanto difailrofi a quella Repubblica, venne fommamente commendata . Fu a lui fuccef-fore in quella Dignità Antonio Gnmani. Anno di Cristo mdxxii. Indizione x. di A D R i A N o VI. Papa i. di Carlo V. imperadore 4. APpena reilò vacante per la morte di Papa. Leone X. U fedi a di San Pietro, che Alfonfo Duca di Ferrara, liberato da chi cotanto il perfeguitava, non fi potè contenere dal far battere Monete d’ argento, nel cui rovefcio fi moilrava un Uomo , che traeva dalle branche d’un Leone un Agnello, col motto prefo dal Primo Libro , Capitolo diciafettefimo, verficolo trentafette de i Re: DE MANU LEO-NIS. Pofcia ufcito in campagna colie fue genti , riacquiilò il Bonde-no, il Finale, San Felice, le montagne del Modonefe, e la Garfagna-na. Similmente ricuperò Lugo, Bagnacavallo, ed altre fue Terre della Romagnola. Ma non potè aver Cento, difefo da’Bolognefi, fotto cui s’era portato colle artiglierie, perchè all’avvilo di un gagliardo foc-corfo, che veniva da Modena, giudicò meglio di ritirarli. Anche il Signor di Lautrec, rinferrato prima co’l'uoi Franzefi in Cremona, prefo animo dalla morte del Papa, la quale avea fatto sbandare l’efercito Collegato , fece un tentativo contro di Parma . Ebbe in lùo potere il Codiponte ; diede anche più d’ un aifalto alla Città, ma ne fu ripulfa-to ; e però abbandonò l’imprefa . Si gloria il Guicciardino d’elTere colla fua intrepidezza flato cagione, che li foileneife quella Città. Quel non-