Annali d’ Italia; 10 rteffo tempo per ordine fuo furono preiì Rinaldo Orjìno Arcìvefcovo di Firenze , il Protonotaio Otjìno, ed altri di quella nobilCafa. Avuti poi i legnali delle Fortezze e Terre de’ medefimi, mandò a prenderne il poffeffo. Durò la prigionia dell’infelice tradito Cardinale lino al Febbraio, in cui la morte il liberò non folo da erta , ma da tutti i guai del Mondo ; e voce comune fu, che il veleno gli averte abbreviata la vita, benché il Papa facefle portarlo fcoperto alla Sepoltura , per farlo credere morto di naturale infermità . Così il Duca Valentino, andando ben d’accordo con lui, da che intefe la cattura d’clTo Cardinale, trovandoli a Cailel della Pieve, ii sbrigò col laccio di Paolo Orjìno , e.di Francefco Duca di Gravina della medesima Famiglia, il qual ultimo nondimeno altri fanno morto prima . Eraii il Valentino fenza perdere tempo portato a Città di Cartello, e trovato , che ne erano fuggiti tutti quei della Caia Vitelli, fé ne impadronì. Altrettanto fece di Perugia , da che Gian-Paolo de’ Bagiioni, 11 quale più accorto de gli altri s’ era guardato dalla trappola di Si-nigaglia, noi volle afpettare nella Patria fua . Quindi Tempre più avido il Borgia fi avvisò di tentare la Città di Siena, facendo fapere a quel Popolo , che cacciaffero Pandoljo Petrucci, come nemico fuo; e lènza afpettare rifporta, s’inoltrò a Sartiano e a Buonconvento, occupando que’Luoghi con altre Cartella. Il bello era, che nel medefi-mo tempo tanto egli , che il Papa fcrivevano al Petrucci delle lettere le più dolci e piene d’affezione, che mai li leggeffero . -Gran bisbiglio e timore infori'e per. queito in Siena ; ma Bandoli© per bene del pubblico fuo ritiratoli a Pifa, tentò di levare al Valentino i premerti di paflàre a maggiori inibiti. Nè quefti veramente osò di più, tra perchè Siena Citta forte e di gran popolazione , li faceva affai ricettare, e perchè effendo accodo Gìan-Giardano Orfino Duca di Bracciano con gli altri di fua Caia , fottratti alla perfidia Borgia, e coi Savelli, a difendere il reilo delle Ior Terre, il Pontefice richiamò il Figlio colle fue truppe a Roma . Andò il Valentino, morte guerra a que’ Baroni, fenza riguardo filile prime ad erto Duca di Bracciano, che era fotto la protezione del Re di Francia, e fenza rifpetto al 'Conte di Pitiohano} che era a’ fervigi della Repubblica di Venezia. A riferva di Bracciano c di Vicovaro prefe tutto. Ma fattoli udire per tanti acauiili e tradimenti il rifentimento del Re Crirtianiiììmo , fi mife in trattato quella pendenza fra il Papa e i Minirtri del Re, i quali per altre cagioni erano infofpettiti, anzi difguftati forte del medelìmo Pontefice , ficcome confapevoli del proverbio, che allora correva . Cioè, che il Papa non jaciva. mai quello che diceva ; e il Valentino non diceva mai quello, che faceva. An-