451 <>£> che accenniamo alle Droghe d’Amore : non lodiamo tal fatto, nè sappiamo desiderare che si rinnovi, quando anche le lettere vi avessero a fare miglior comparsa di quello facessero allora ; ma ci piacque di ricordarlo, e come parte eh’ egli è aneli’ esso del soggetto che abbiamo tra mano, e come argomento solenne del potere che credevasi avere la scena. Dalla recitazione passando al teatro musicale, abbiamo, se non uguale, per lo meno non piccola cagione di superbire. Apostolo Zeno spianò indubitatamente la via al Metastasio. Fu bella prova d’ animo generoso 1’ agevolare al rivale i modi di farsi, se non più meritevole di celebrità, certamente più celebre ; prova tanto più bella, quanto che 1’ animo doveva avergli detto che senza quel giovane rivale avrebbe egli solo tenuto il campo del melodramma in Italia. Ma le invidie misere è noto confarsi raramente col merito vero. Sarebbe solo a desiderare, che mentre la posterità volentieri concede al Zeno la lode dell’ atto magnanimo, tutta quella gli concedesse eziandio clic gli si compete come a poeta. Quando leggemmo, dopo quelli del Metastasio, i drammi del Zeno, non poca maraviglia ci prese al trovare, talvolta in germe, tal altra più ancora che in germe, le bellezze del primo. Qui non è conceduto indugio d’esempi, ma preghiamo chi non volesse starsene persuaso alle nostre parole, ciò che non osiamo pretendere, di rinnovare egli stesso il confronto. Oltre che il serio, trattò il Zeno il dramma scherzoso, e non sapremmo dire in qual fosse per apparire migliore, se tanti ne avesse scritti nell’un genere quanti nell’altro. Fatto sta che il suo Don Chisciotte è lepida e saporitissima cosa. Ma il concorso di più qualità troppo spesso è cagione che a taluna d’esse non sia fatto il debito onore; e il Zeno non si levò forse nel giudizio de’ più a quella fama di poeta drammatico che meritava, per avere occupato le menti colla meraviglia della varia e profonda dottrina di cui fu traricco. Nè certo il suo tempo difettava d’ erudizione e d’insigni eruditi ! L’aver nominato Apostolo Zeno, e fatto memoria della sua erudizione moltiplice, non ci torrà di nominar ugualmente, quantunque impediti di poco o nulla soggiugnere dalla brevità che ci