Anno M D I. 3 lione di aiutarlo davvero. Fu dunque concordato, che foffe Lega tra i Fiorentini e lui; che niun foccorfo veniffe dato da effi a Piombino, dov’ egli intendeva di andare a mettere il campo; e che per tre anni foffe condotto da quella Repubblica con falario di trentaiei mila ducati d’ oro l’anno; obbligandoli di mantenere trecento uomini d’armi al fervigio d’efia, ma fenza doyer egli fervire colla perfona. Fu quello tutto il fuo guadagno , giacché non vide difpoiìzione alcuna di alterar quello Stato , nè avea gente da far paura ad ima sì riguardevol Città , benché guernira allora quafi non d’ altro, che di contadini fatti venire dal Ca-ièntino e da Mugello. Intanto non pochi faccheggi commetteano le fue genti nel Contado , ed egli chiedea una prellanza di danaro e di artiglierie, non trovando via per ufcire di que’contorni : finché venutigli ordini efficaci del Re di Francia di defiftere da quella moleila danza , pafsò in quel di Piombino , e prelb ivi qualche Luogo, le ne andò pof-cia a Roma , per ivi pigliar quelle rifoluzioni , che occorreffero nell’ imprefa di Napoli^ già determinata da Lodovico Re di Francia. Non mancano mai ragioni o preteili a chi ha fete di nuovi accul- ili, e fòrze per effettuare i fuoi ‘dilegui . Nel Re Lodovico fi faceano trasferiti tutti gli antichi diritti della Caia di Angiò , e i recenti di Car- lo Vili, i'uo Predeceffore , già Padrone di Napoli; il perchè ficcome Prin^e magnammo, e già grande in Italia per l’acquiito del Ducato di Milano e della Signoria di Genova, s’accinfe in queft’Anno alla conquida ancora di Napoli. A tale efiltto avea prefe le fue mifure, cioè guadagnato Papa Jpeffandro coll’ ailìftenza data al Duca Valentino, e con altri mezzi. Addormentò parimente Maffimiliano J. Re' de’ Romani , con fargli fperare Claudia, unica fua Figliuola per ifpofa di Carlo Duca di Lucemburgo di lui Nipote , che fu poi Carlo V. amendue di tenera età , e collo sborfo di non so quale quantità di danaro : con che ottenne una tregua di molti mefi. Era Federigo Re di Napoli ben confapevole della voglia de’Franzefi d’invadere il Regno fuo, e però avea tatto ricorfo per protezione al medefimo Re de’Romani, con pagargli quarantamila Ducati,'e prometterne quindici mila il mefe, acciocché occorrendo moveffe guerra allo Stato di Milano; e ne riportò anche lapromeffadi non venir mai ad accordo alcuno , fenza inchiudervi ancorlui.Ma il buon •Maffìmiliano , lafciatofì abbagliare da’Franzefi , tutto dimenticò, fenza nè pur avvertire, che crollo poteffe avvenire alle ragioni dell’imperio dal lafciare cotanto ingrandire in Italia un Re di Francia. Le maggiori fperanze adunque d’ effo Re Federigo erano intanto ripofle nell’aiuto di Ferdinando il Cattolico Re d’Arago-na, il quale , per efier padrone della Sicilia, facilmente potea, e co- A 2 me