131 Annali d’ Italia. la pace, e in vece di accendere il fuoco della guerra, avrebbe dovuto, fe occorreva, procurare di fpegnerlo col proprio fangue. Parla di Papa Leone X. che ruminando alti penfieri di gloria mondana, e più che a gli affari della Religione, agonizzante in Germania, pen-fando all’ingrandimento temporale della Chiefa, non folamente moriva di voglia di ricuperar Parma e Piacenza , e di torre Ferrara al Duca Alfonfo, ma eziandio meditava conquide nel Regno di Napoli. Trattò col Re di Francia, incitandolo all’ imprefa di quel Regno, con che ne reitàife una porzione in dominio' della Chiefa. Confortò ancora eiTo Re a dar principio alla rottura, con portar 1’ armi nella Na-varra. Fu prefo quel Regno da i Franzefi, ma in breve ancora ricuperato da gli Spagnuoli. Altra guerra di lunga mano più terribile fu in Fiandra fra que’ due emuli Monarchi t le quali ficcome non pertinenti all’ affunto mio tralafcio . O sia, che il Pontefice camminaiTe con iìmulazione ne’trattati col Re Criilianiffimo, e fotte dietro a burlarlo ( che in quell’arte fi sa, eftere egli ftato eccellente ) o pure , che il Re entrato in fofpetto della fede di lui, tardafle troppo a ratificar la Capitolazion già formata; o fia finalmente, che il Papa riceveiTe in quefto mentre de i dileguili dall’ infolenza del Lautrec Governator di Milano, che non ammetteva , e con fuperbe parole difpregiava le provvifioni Ecclefiafti-che , inviate da Roma nello Stato di Milano: certo è, che il Papa (a) Du- ftrinfe e fottofcriffe nel dì 8. di Maggio (a) una Lega con Cario V. Dvb’fat1’' ImPerad°re a ditela della Cafa de’Medici e de’Fiorentini, con illabi-Suppiemtnt. lire, che togliendoti a’Franzetl il Ducato di Milano, quefto fi deffe Tom. IP. a francefco Maria Sforza, figliuolo del fu Lodovico il Moro, il quale fe ne ftava tutto dimetto in Trento, afpettando qualche buon vento alla povera fua fortuna ; e che Parma e Piacenza tornaffero alla Chiefa, per poffederle con quelle ragioni, colle quali le avea tenute innanzi; e che l’Imperadore delle aiuto al Papa, per togliere Ferrara all’Etlenfe, e uno Stato in Regno di Napoli ad Aleffandro, figlio ba-ilardo di Lorenzo de Medici, già Duca d’Urbino. Fu con gran fe-gretezza maneggiata quella Lega , in cui entrarono anche i Fiorentini, e prima che ufcifle alla luce , Papa Leone con ifpefa di cento cinquanta mila ducati d’ oro affoldò fei, altri dicono otto , mila Svizzeri , e colle fue doppiezze ottenne loro il palTaggio per lo Stato di Milano, tacendo credere a i Franzefi d’ averli prefi per opporli a gli Spagnuoli a’confini del Regno di Napoli. Vennero coftoro a Modena, e poi s’inviarono verfo il Po, per quivi imbarcarli. Alfonfo Duca di Ferrara gran fofpetto prefe di quella gente, perchè, come fcri- ve