Anno M D X X V I. il Duca gvn tempo per la mancanza de'viveri; nel qual tempo il Popolo di Milano era Graziato da infopportabili^aggravj ed avanìe de gli Spagnuoli, e giunfe anche a far i'ullevazione , ma fenza trovare, chi lo dirigefle ed animaiTe a profeguir nell’imprefa. Perciò il Papa, per varj motivi difgurtato de i Cefarei, e fpezialmente per aver eglino mandata gente fui Piacentino e Parmigiano, e i Veneziani furono fulleciti a fpedir perfone in Francia , per intendere , qual foife la mente del Re intorno al mantenere o non mantenere lo ilipulato accordo, con ordine di rtrignere feco Lega, qualora egli recedette dalla concordia. In fatti il Re, da che fu libero , fi guardò di ratificarla, e cominciò a proporre di dar danaro in grotte fomme all’ Imperadore, più torto che cederli la Borgogna : al che l’Augurto Carlo non volle acconfentire . Pertanto nel dì 22. di Maggio ( e non già nel dì 17.) in Cugnac iì conchiufe una Lega fra il Papa, il Re di Francia , la Repubblica Veneta, quella di Firenze, e Francejco Sforma, per muovere concordemente l’armi contra dell’Imperadore , foilenere etto Sforza nel Ducato di Milano, invadere il Regno di Napoli, e mutare il governo di Genova, con altri punti, che li leggono nello Strumento d’ etta Lega pretto il Du-Mont. In etta niun luogo fu lafciato al Duca di Ferrara ■> anzi il Papa vi fece mettere parole generali d’ett'ere aiutato a ricuperar gli Stati della Chiefa . Con abulò non lieve della Religione fì chiamò quella la Lega Santa ; e fu in vigor d’ etta attoluto il Re Fran-cefco dai giuramenti e dalle promette fatte all’ Imperadore. Quindi il Pontefice fpedì a Piacenza il Conte Guido Rangone Governator Generale dsll’efercito della Chiefa, con cinquemila fanti, e le fue genti d’arme, e pofcia Vitello Vitelli con Giovanni de Medici, e colle fol-datefche de’Fiorentini. I Veneziani anch’etti ordinarono a Francefco Maria Duca d’Urbino, lor Generale, di pattare a Chiari fui Brefcia-no. Era comune la loro intenzione di foccorrere l’attediato Cartello di Milano. Conforti ragioni avea il Sadoleto , come corta dalla fua Vita, diflùafo il Pontefice da querta guerra, per attendere a pacificar le difcordie de’Principi Criftiani, e per opporfi a i progretti de i Turchi. Mail Papa troppo politico, tanto penfava a farla da Principe temporale, che dimenticava i doveri dell’ ufizio Partorale . In quello tempo Carlo Augujlo non confapevole peranche della Lega fuddetta, inviò a Roma Don Ugo di Moneada, con propofizioni molto vantaggiofe per la Pace. Nulla volle il Papa accettare , per non mancare alla fede data nella Lega. Ma nè Tarmi del Papa fi moveano da Piacenza, nè le Venete ofavano di pattar l’Adda, perchè il Duca d’Urbino faceva iffon- >