Anno MDLXXXVII. 461 dette allegrezze nel dì 8. dello fteiTo Mefe di Maggio. Rapì la morte in quelt’Anno a dì 13. d’Agolto dopo breve infermità di renella Guglielmo Gonzaga Duca di Mantova, mentre fi trovava in Bozzolo, a cui fuccedette Don Vincenzo unico fuo Figlio mafchio. Mandò egli a prendere a Mantova venticinque mila Scudi per diftribuirli prima di morire a’fuoi fervidori, affinchè non avellerò a litigar Coll’Erede. Noit giunfero quefti a tempo; contuttociò il nuovo Duca Vincenzo fedelmente efeguì la mente del Padre, ed altri atti di liberalità efercitò verfo de’fuoi Popoli. Terminò del pari la carriera del fuo vivere in età folamente di circa quarantafette anni Francefco Gran Duca di Tof-cana d’una infermità creduta non pericolofa, nel dì 19. d’Ottobre alle ore cinque di notte. Nel giorno Seguente, quindici ore dopo la morte del Marito, mancò di vita anche la Gran Ducheffn Bianca Capel- lo . Molte furono le dicerie per quello avvenimento funelto. Per at-teftato del vivente allora Traiano Boccalino, molti credettero, ch'elTo Gran Duca Francefco fvaghito d’erta Bianca, per cieca palfione da lui già fpofata, fi perdelTe pofeia in altri amori, e che la Gran Du-cheil’a, Donna di altero fpirito, per vendetta gli delie il veleno; ma che feoperto il delitto, anch’ella per la rtefla via folle fatta morire. Diverfamente altri penfarono, credendo, che il Cardinal Ferdinando, Fratello d’ eiTo Gran Duca, non avelie mai potuto digerire quel Matrimonio. Ma quanto è facile al Popolo il voler entrare ne’fegreti La-berinti de’Principi, altrettanto facile è in cali tali l’ingannarfi. Comunque ciò folle, non avendo elio Gran Duca lafciata Prole mafehile legittima, prefe torto le redini del Governo il fuddetto Cardinal Ferdinando, Principe più provveduto di fenno , e di altre virtù, che il defunte Fratello, il quale non tardò a farli riconofcere per Padrone; perciocché, avendo moftrato il Cartellano di Livorno alquanto di renitenza a confegnare quella Fortezza ad un Gentiluomo da lui inviato colà col contraffegno, il fece impiccare. Per altro reftarono due Figlie di erto Principe, 1’una Leonora, che vedemmo maritata col fuddetto Don Vincenzo Duca di Mantova, e Maria, che a fuo tempo vedremo Regina di Francia. Amendue erano nate dalla fua prima Moglie Giovanna d'A ufi ria. Nè fi dee tacere , che nel dì 13. di Dicembre un gran Temporale fucceduto a Napoli conquafsò molti Legni in quel Molo con perdita di non pochi Uomini, e Merci; e un folgore figlio della terra, o delle nuvole, accefe il fuoco nel mafchio di Sant’Ermo, dove era la Polve da Artiglieria, e lo fece faltare con tal forza, che rovefeiò tutte le fabbriche circonvicine, ed uccife più di cento e cinquanta perfone. Notabil’offefa anche ne riceverono le Chiefo e Cà'4