Anno MDLVI. la naturale. Pertanto verfo il fine di Settembre il magnanimo Carlo, non più Re, non più Imperadore, accompagnato dalle Sorelle, pafsò per mare in Ii’pagna, dove tulio cominciò a conoicere il prefente fuo llato pel poco concorfo de’Grandi ad offequiarlo, e per la difficultà di rifcuotere la penfione di cento mila feudi, ch’egli sera rifeibata. Pofcia nel dì 24. di Febbraio dell’Anno feguente, giorno fuo natalizio e propizio, entrò nel Monillero di San Giulio de’Monaci di San Girolamo, pollo ne’confini della Cartiglia e del Portogallo, non lungi da Piacenza, luogo deliziofo da lui fabbricato, e fcelio gran tempo prima, con dar l’ultimo addio alle umane grandezze, a fine di meditar l’altre vere ed incomparabilmente maggiori, che Dio fa fperare nell’altra Vita a i fuoi fervi. Al fuo fervigio non ritenne fe non dodici perfone, impiegando pofcia il tempo in orazioni, limoline, ed altre opere di Pietà. Per la Tregua fuddetta gran fella fi fece da’Popoli Crilliani, figurandoli ognuno di dover da li innanzi relpirare da tanti palTati guai; ma così non l’intendeva il Papa , o per dir meglio i fuoi Nipoti, vo- Ì;liofi troppo di romperla con gli odiati Spagnuoli. Secondo 1’ Annasila Pontihzio Rinaldi, nel dì 19. d’Aprile efpofe il Pontefice la ri-foluzion fua di fpedire due Cardinali Legati, l’uno a Filippo Re di Spagna e d’ Inghilterra, e l’altro ad Arrigo II. Re di Francia, per trattar di Pace. Che quello folle un burlarli del Sacro Collegio, i fatti lo dimollrarono. Imperciocché oltre all’averli il Papa avuto per male, che fenza di lui li folie conchiufa quella Tregua, il Cardinal Carrafa, inviato in Francia, altro non operò, che di fpjrgere in vece d’acqua oglio lui fuoco, incitando quella Corte alla guerra, ad afli-llere al Papa contro il Regno di Napoli, con farne credere facile 1’ acquillo per la Corona di Francia. Nè poco fervi a maggiormente alterar 1’ animo del Pontefice il parlar alto de’ Miniilri Spagnuoli, e l’avere fra 1’altre cofe il Marchefe di Sarria Ambafciatore del Re di Spagna forzata un giorno una Porta di Roma per ufeirne fenza licenza de’ dominanti Carrafi. Il perchè nel dì 27. di Luglio il Papa, fic-come avviiato delle difpofizioni del Re Crillianifiimo in fuo favore , cominciò gli atti giudiciali contra del Re di Spagna, per dichiararlo decaduto dal Regno di Napoli, o fia per cenfi non pagati, o fia per infoiti già fatti, o vicini a farfi contra dello Stato Pontifizio dal Duca d’ Alva, il quale era paiTato a Napoli per cagion di queili rumori, con aver blciato al governo di Milano ii Cardinal di Trento Madrucci, il giovane Marchefe di Pefcara , e Giam-Batijìa Caflaldo, che andarono poi poco d’ accordo . Non erano ignoti al Re Filippo i maneggi del Pontefice in Francia, e tanto più perchè il Legato dellinato per Tomo X. Y 3 lui,