è Annali d’ Italia. dove poi nel dì 9. di Settembre del 1504. diede fine al fuo vivere. Non iilette in quello mentre punto in ozio Confalvo Fernandechiamato il gran Capitano , perciocché s’impadronì di tutte quante le Terre defluiate al Re Cattolico fuo Signore in Puglia e Calabria. La fola Città di Taranto fece una gagliarda difefa . Colà fui primo avvicinamento dell’ armi nemiche avea il Re Federigo inviato , come in luogo di rkovero, Don Ferrante fuo primogenito, Duca di Calabria, appeilato da alcuni con errore Don Alfonfo, fidandolo a Don Giovanni di Ghevara Conte di Potenza; e fattogli poi fapere, che in cafo di difgrazie andatte a trovarlo in Francia. Perdutala fine ¡a fperanza di foccorfo, convennero i Rettori di Taranto di dar quella forte Città a Confalvo , facendo- lo prima giurare full’ Oilia confecrata di lafciare in libertà il giovinetto Duca di Calabria. Ma Confalvo , in cui prevaleva più l’mtereffe del Re Ferdinando, che il timor di Dio, ritenne il Duca non fenza grande infamia del nome fuo, e col tempo l’inviò in Ifpagna, dove come in una libera ed onorata prigione, dopo aver avuto due Mogli ( che, perchè flerili gli furono dare, niuna prole lafciaron© di sé ) diede fine al Ilio vivere nel 1550. Alfonjo fecondogenito del Re Federigo, pattato col Padre in Francia, terminò i fuoi giorni in Granoble nel 1515. con fof-petto di veleno. E Cefare terzogenito, ritiratoli a Ferrara, quivi aneli’ egli in età d’anni diciotto cefsò di vivere. Di tempo sì favorevole fi fervi ancora il Pontefice Aleffandro per abbattere le nobili Cafe -de’Colonnefì e Savelli, che s’erano dichiarati * ' in favore di Federigo Re di Napoli. Fulminate prima contra d’elfi tutte le pene fpirituali e temporali, motte guerra alle lor Terre, e portatoli in perfona all’ attedio di Sermoneta, commife , come ha Giovanni Burcardo nel fuo Diario, (a ) tutta la camerafua, e tutto il palagio, (a) HaynaU. e i negofj occorrenti, a Donna Lucrezia Borgia Jua Figliuola , la quale Annal. Ecc. ne[ tempo di tale affen^a abitò le camere del Papa . E diedele autorità d' aprire le lettere fue; e fe occorreffe alcuna cofa ardua , avefje il Confìglio # de' Cardinali dì Lisbona e d'altri, c ti ella poi effe perciò chiamare a se. Quella maniera di governo fe faceffe onore al Papa, poco ci vuole per conofcerlo . Vennero all’ubbidienza fua tutte le Terre di que'Ba-roni : per le quali vane vittorie infuperbito , e infieme dimentico dell’ ufizio Apoflolico, e delle minaccie di morte a lui fatte dal Cielo nell’ Anno precedente, lafciò la briglia ad ogni sfrenata licenza. Continuò parimente il Duca Valentino la guerra contro di Piombino , ed avendo ipedito colà Vitellozio e Gian Paolo Baglione con nuove genti, quello ballò ad intimidire sì fattamente Jacopo d’ Apiano , Signore di quella Terra, che lafciato ivi buon prefidio , fe ne ritirò'per andare