<£<> 231 vario calibro, alcuni de1 quali grossissimi, atti a battere in breccia, ed avea un equipaggio di oltre 3oo soldati senza i bombardieri. E questo per avventura il galione che nel 1647, durante la guerra di Candia, comandato da Tommaso Morosini, si è difeso da 45 galere turche che lo attaccavano nelle acque di Milo sotto gli ordini di Mussa Bassa, capitano generale della flotta ottomana. Prima del Morosini, ebbe altro comandante, poiché in una Cronaca ms. cartacea, che noi conserviamo, a pag. 229 si legge : tt 1645 S.r Benetto Canal fu de ser Cristofolo, ™ fu eletto governator del galion, mentre s’attrovava proveditor sopra la Piave e spedito » contro Hybraim imperator de1 Turchi nella guerra di Candia. « Anche il più volte citato Coronelli, nel suo Atlante veneto, parla d’ un galione nominato il San Marco, e dice, che allora ( a1 suoi tempi ) quello solamente esisteva, e che portava 80 grossi cannoni di bronzo. Nella sala de1 modelli in arsenale, è conservato un vecchio carcame, che la tradizione farebbe credere esser modello di gallone : dicono, che portava 52 remi ; noi però lo crediamo .piuttosto modello di una qualche galeazza. Ne’ rimasugli del grande archivio appartenente all’arsenale, che trovasi ora concentrato in quello generale ai Frari, fascicolo n.° 549-, evvi un informe abbozzo anonimo col preciso titolo : Disegno del galion ; pare delineato nel XVI secolo, ma poco può ricavarsi dalla ispezione di lui, trattone un qualche indizio dell’aspetto suo esterno : le misure sono espresse con queste parole: u'Longo in cholonba pasa 20 pie 1 */2 ; da pico a pico pasa 25 ; asta da pupa alta pie 18 ; » in triganto, asta da prova alta più 21 ; « sicché la maggior sua lunghezza in chiglia era di piedi 101 : 6 veneziani (metri 35,322) ; pare fosse capace di 122 bocche da fuoco, ma non è cosa agevole da quel disegno trarre maggiori schiarimenti. In questo abbozzo si intese forse delineare il galione di Fausto ? noi sapremmo asserire. Si sa che v’ erano gaiioni di varia grandezza e portata : gli uni di 128 bocche da fuoco, altri di 122, come è indicato dal disegno, taluno di 80, e ne troviamo memorie. I gaiioni veneziani che si fabbricavano nell’ arsenale di Candia, portavano vele latine per legge 3o agosto 1602. Anche Cristoforo Canale li nomina, e da un decreto di senato, 16 settembre 1558, rileviamo che nel sorgidore (ancoraggio o stazione) del porto, erasi sommerso il galione, e che, trovato essendosi inutile ogni sforzo per ricuperarlo, venga colà distrutto ; molti ne tentarono il ricupero, e fra gli altri, un anno dopo il naufragio, cerio Bartolommeo del Campo con una macchina di sua invenzione, ma inutilmente. Natale Conti scrisse di quest’ avvenimento, e registra, che quel galione portava circa trecento bellica tormenta. Vogliamo però credere, che in questo numero, con le artiglierie, l’istorico comprendesse anco li così detti moschettoni. Avvertasi che lo stesso Conti, colà ove parla della quinquereme Faustina, attribuisce anco a questa trecenta bellica tormenta varii generis ad defensionem, ciocché appunto vedemmo all’articolo quinquereme. Siffatto legno forse passava da noi al Turco ed alla Spagna, che, dopo ancora ia metà del decorso secolo, valevasi di un galione per la regolare corrispondenza da Acapulco a Manilla, traverso il mare Pacifico ; ma però questo naviglio spagnuolo era affatto diverso dalFantico veneziano;- non portava remi, ma sole vele; andava armato di 64 cannoni, con 55o uomini d’ equipaggio : era dunque un vero vascello.