41 "L Annali d’ Italia. Anno di Cristo mdlxxi. Indizione Xiv. di Pio V. Papa 6. di Massimiliano II. Imperadore 8. I Progressi dell’Armi Turchefche nell’Ifola di Cipri, quanto dall’ un canto accrel'cevano il terrore a i Popoli d’Italia, altrettanto incitavano il Papa, il Re Cattolico , e-la Repubblica Veneta a premunirli per la difefa de’loro Stati , che tanto più reftavano eipolli alle violenze de gl’infedeli. Spedì il Pontefice per quello il Cardinal Alef-Jandrino in Ifpagna a trattare una Lega ilabile fra elTo , il Re Filippi, e i Veneziani contro il Nemico comune. Fu quella coochiufa nel dì 20. di Maggio eoa varie capitolazioni. Fecero pofeia quelle tre confederate Potenze i loro maggiori sforzi in congiuntura di tanto bilogno, ma non con quella prontezza, che occorreva , parte per la difficultà di raunar la troppo neceifaria pecunia, e parte pel tempo , che efi-ge il preparamento delle genti, navi , munizioni, e di tanti altri va-rj attrecci di guerra. Non mancarono già i Veneziani di fpedire ver-fo la metà di Gennaio Marcantonio Quenni con quattro Navi feorta-te da dodici Galee, per portare foccorfo alla Città di Famagoila bloccata da’Turchi. Felicemente arrivò colà quello convoglio; tre Galee nemiche furono colle artiglierie buttate a fondo , e l’altre fuggirono. Sbarcò il Querini mille e fettecento fanti in quella Città, e gran copia di provviiioni da bocca e da guerra, ma non già fufficiente a foile-nere un lungo affé dio . Pervenuto al Sultano Selim 1’avvilo di que- llo foccorfo, diede nelle furie contra del Bafsà Pialy , e poco mancò, che non dimandaffe la fua teffa ; il privò nondimeno del Generalato, è alui follituì il Bafsà Aly. Coffui mlìeme col Bafsà Mullafà, ficco-me ben comprefe le premure del Gran Signore, così non ommife diligenza veruna per tollo ripigliare l’interrotto affedio di Famagoila . Se dobbiam credere alle Relazioni di quella Guerra , deferitta da mol-tiflimi Autori di quel tempo, fioccò da tante bande e con tanti tragitti sì gran numero di foldati Infedeli pagati, e venturieri nell’Ifola di Cipri , che fu creduto afeendere a quali ducento mila combattenti, e a quaranta mila guaftatori. Probabilmente fecondo il folito la fama, la paura , e il voler giullificare la fortuna de’Turchi, accrebbe, fe non della metà, almen di un buon terzo le loro forze. Nell’Aprile fi riaprì fotto Famagoila il teatro della guerra, alla cuidifefanon li trovarono fe non quattro mila fanti, lieve guarnigione in sì gran bifogno. Furo-