»> che la fraude di Ridolfel ( Capitano Tedefco, che doveva ìntromet-» tere i l’oldajì del Papa, e tutto rivelava at Duca ) fi pubblicale. » Nella medefima Temenza , epilogando le cole fparfamente dette , »all’anno pag. 463. ) così dice: Indri^ò totalmente -t animo »ad acqui far e Ferrara, più con pratiche, e con in fi die, che con aperta » for^a , perchè queflo era divenuto troppo diffìcile. Quella è la pura » verità d’un fatto, che non fembra certamente lodevole, raccontato » da uno Illorico, il quale effendo allora Governatore di Modena, e-»intimato ad accorrere* con fua gente il*dì della forprefa, non ebbe » bifogno di microfcopio per difcernerla. Abbiamo vergogna: che ver-» gogna ? Abbiamo orrore a riferir la .caricatura di quello fatto. Ma »avendola- già pubblicata 1’Annaliila, jour la diremo: Intavolo dun-» que un trattato di fare affaffinare il Duca, del che parlano non 1 foli » Storici Ferra ref, ma il Guicciardino (ìejfo infgne Storico*, che era al- . » lora .1Governatore di Modena, e Reggio pel medfimo Papa, ed innocenti temente fi trovò mifchiato in queflo nero tradimento. Tralafceremo al-» tre menzogne per brevità, Ì0I9 aggiungendo quefta: Già era conti cenato il tebipo, e luogo di uccidere il Duca. Tanto egli dice calun-» ni andò il Vicario di Criilo all’anno 1520. Ci vien qui talento di »far ridere il noitro Lettore, dopo averlo inorridito, con poche pa-»role, che foggiunge K Annaliila*: Si fenù più d’una volta tentatojjfo » Duca di lajciarlo profeguir (ino al fine ; ma fe ne ajtenne per non aver a poi nemico dichiarato il Papa. Se il fine era di ucciderlo; che ten-» tazione ridicola! Se U Papa lo faceva aiTaffinare; che riguardi ilo-» lidi di non farfelo nemico dichiarato ! » II-predetto anno 1519- è ^celebre per la morte di Maifimiliano, »che primo fu a intitolarli Imperadoré eletto* e per la creazione » di Carlo V. che era Re di Spagna , ed ebbe Francefco I. Re di »Francia per emolo nella dignità Imperiale, e lo ebbe poi fempr-e »nella gloria dell’armi, come.è.ben noto. Nè meno celebre fu il fe-» guente per la Bolla di Leone X. in cui condannò Luterò, e fuoi » mólti aderenti, per la morte del gran nemico de’ Criltiani Selim , » per la decapitazione di Gio: Paolo BagHone firanno di Perugia in »Callel Sant’Angelo, per aver Leone liberato Fermo dal tiranno » Lodovico Freducc!, e tutta la Marca da tanti tirannetti. Le quali » cole fedelmente epiloga l’Annaliila a gloria di Leone X. A quello » Pontefice che l’anno ieguente fece lega con Carlo V. e cogli Sviz-» zeri, fegue a far carattere il più fvantaggiofo; caricando al folito » l’efpteffiónr -del Guicciardino qua& fempre: gli conviene però con-» feflare il buon efito della lega, coll’eiTer cacciati i Franzeiì di Mi-» lano, reilituito a Francefco Maria Sforzale con ritornare alla Chie-