Anno M D I I I. che era Itata in addietro il ricettacolo di tanti miferi caduti in mano della Tua barbarie. ProduiTe anche la Tua depreiììone, che le genti lpe-dite da lui innanzi alla volta della Tofcana, furono tra Cortona e Ca* Ciglione Aretino fvaligiate e difperfe da i Fiorentini. Bolli’più che mai in quelt’Anno la guerra fra gli Spagnuoli e Franzeiì nel Regno di Napoli. A me non permette l’ilìituto mio di darne fe non un breve ragguaglio. Eraiì interpolo Filippo Arciduca, Marito di Giovanna, Figliuola del Re Cattolico Ferdinando, per acconciar le differenze inforte in quel Regno; e gli riufcì di Itabilire una convenzione di tregua o pace con Luigi Re di Francia, per la quale ef-fo Re addormentato non attefe più col vigore, che occorreva, a foltenere i proprj interefli in quelle contrade. Reltò egli pofcia delufo, perciocché il Re Cattolico fece intanto varj preparamenti, per continuare la guerra, con poi difapprovare 1’ accordo fatto dal Genero. Però il gran Capitano Conjalvo, fenza ubbidire all’ordine venutogli dall’Arciduca di deiìitere dalle offefe, feguitò ad impiegare il fuo fen-no, e i rinforzi di gente, che di mano in mano gli andavano arrivando, contra de’Franzeiì, benché fovente fi trovalìe inferiore ad eflì di forze. Varia era la fortuna della guerra in quelle parti, grande la co* itanza di Confalvo in foltenere Barletta. Memorabile fu fra l’altre azioni un duello fatto nel Febbraio di quelt’Anno. O lìa che ito un Trombetta Franzefe a Barletta, per rifcuotere alcun prigione, qualche foldato Italiano fparlafle de’Franzeiì, come fcrive il Guicciardino ; o pure ( come è più probabile, e fu fcritto dal Sabellico , e dal Gio-vio ) che fcappaffe detto ad alcun Franzefe di nulla itimare i foldati Italiani ( ingiulta fentenza, in cui anche oggidì prorompe, chi non sa ben pefare la fituazion delle cofe ) certo è, che volendo 1’una e 1’ altra Nazione foitenere il fuo decoro, per non dire la maggioranza, ne feguì pubblica sfida fra tredici uomini d'arme Italiani, fcelti dalle brigate di Prospero e Fabrizio Colonna, militanti con gli Spagnuoli, ed altrettanti dalla parte de’Franzeiì, eletti dal Duca di Nemours. Il Gio-vio regiitra il nome de’primi, tace per rifpetto quel de’fecondi. La fco-meffa fu, che cadaun de’vinti pagafle cento Ducati d’oro, e perdei-fe armi e cavalli. Alla viltà de gli eferciti feguì il fiero combattimenro a Trani fra Andria e Quarata. Dichiaro!!! la vittoria in favore de gl’ Italiani. Dal canto de’Franzeiì uno reltò morto, e detto fu, che fel meritava, perchè effendo da Alti, avea prefe l’armi contro la propria Nazione. Gli altri quali tutti feriti, perchè feco non aveano portato il danaro pattuito ( tanta era la lor baldanza e vana fiducia di vincere ) furono menati prigioni a Barletta, dove ben accolti e confolati B 2 da Con-