Anno MDXVII. 1J9 Aio dominio, pur Seppe e potè confervare la maggior parte e il meglio delle Aie Signorie in Terra ferma. Dopo una sì folenne ed univerl’al pace pareva oramai, che l’Italia avelie a refpirare, ma fallirono queili conti; perciocché Francefco Maria, già Duca <£ Urbino, dimorante in Mantova efule da’fuoi Stati, fen-tendo il mal governo, che facea Lorenzo de Medici, e invitato da chiunque gli era affezionato e fedele, li accinfe a ricuperar quel Ducato. Fu a ciò anche iiligato da Federigo Gonzaga Signor di Bo^~ \olo, e Condottier d’armi aliai rinomato, per vendicarti d’un affronto, che pretendeva a sè fatto dal fuddetto Lorenzo. Giacché la pace dovea far calfare non poche brigate di ibldati, e quelli avvezzi all’ onorato mellier della guerra, delle prede e rapine, avrebbono cercato chi delle loro lbldo, nello lteffo tempo, che fi trattava della re-llituzion di Verona, fe fintele effo Francefco Maria co’Caporali Spa-gnuoli e Tedefchi, e prefe al fuo fervigio cinque mila fanti de’primi e tre mila altri Italiani, con mille e cinquecento cavalli. Il Marche fe di Mantova gli fomminiltrò buona copia di danaro . Però con quella Armata, picciola di numero, ma confiderabile pel luo valore, poco dopo la refa di Verona s’avviò alla volta de’fuoi Stati con tal celerità, che non ebbero tempo per opporfegli le genti del Papa , e di Lorenzo de’Medici, che erano in Ravenna e Rimini. Paflato per la via del Furio, in poco tempo ebbe alla fua divozione Urbino con tutto il Ducato, eccettuata la Fortezza di San Leo. Ma non già Pelato, Sinigaglia, Gradara, e Mondavio, Terre leparate da quel Ducato, perchè Ren^o da Ceri, che v’inviò gran gente di prelidio, le foltenne. Intanto Lorenzo de’ Medici alle milizie Italiane tanto lue , che de’Fiorentini, unì due mila e cinquecento fanti Tedefchi, e più di quattro mila fanti Guafconi, che aveano fervito nell’Armata di Lautrec. L’Anonimo Padovano dice ducento Lancie, e due mila Guaf-coni, comandati dal Signore di Scudo. I Capitani di quello efercito erano R en -o da Ceri, Vitello da Città di Cafìello, e il Come Guido Ran-gone, ed afcefe quella Armata fino a mille uomini d’arme, mille cavalli leggieri, e quindici mila fanti, che pareano atti ad inghiottire il Duca d’Urbino. Era infofpettito forte il Papa, che il Re di Francia teneife mano fegretamente in quella guerra; ma il Re per ditingannarlo, mandò i luoi Miniltri a Roma affinchè trattalfero Lega col Pontefice, che in fatti fu llabilita. Fu in tal congiuntura far* ta gagliarda illanza a Papa Leone, perchè reffituilfe Modena, Reggio, e Rubiera ad Alfonjo Duca di Ferrara, fecondochè ne avea date in Bologna tante promette, non mai efeguite. Promife il Papa con H 4 un