25 6 Annali d’ Italia; Andrea Dona creato Capitan Generale di sì potente flotta. Non contento di ciò il Pontefice, vedendo, che tante Lettere ed Ambafciate fue nulla aveano fervito, per condurre alla Pace gli animi troppo e-facerbati dell' Imperadore e del Re di Francia, fi lufingò, che la prefen-za ed eloquenza fua potefì'e ottener di gran bene alla Crirtianità; cotanto allor conculcata da gli Eretici, e minacciata da i Turchi. Maneggiò pertanto un abboccamento fuo con que’due Monarchi nella Città di Nizza in Provenza, dove convennero di trovarfi tutti e tre. Inforfero pofcia delle gravi difcrepanze, perchè il Pontefice richiedeva in fua balìa il Cartello d’efl’a Città, ed altrettanto pretendemmo Cefa-re, e il Re Crirtianirtimo; e il Duca di Savoia, padrone d’erta Città, non fidandoli nè dell’uno nè dell’altro, fi trovò in molto imbroglio. Si morte da Roma nel dì 23. di Marzo Papa Paolo III. e giunto a Parma, fu con gran folennità accolto; ma inforta lite fra chi pretendeva la mula Pontilizia, fi venne ad una baruffa tale , che il fuo Maftro di rtalla vi reftò morto; e il Papa con tutti i Cardinali fpaventati fcappò a nafcondertì in Duomo. Arrivato a Savona, e quivi imbarcatofi, nel dì 17. di Maggio approdò a Nizza. Curiofa non poco riufcì quella frena. Non folamente non potè entrare il Papa nel Cartello, ma nè pure nella fterta Città. In oltre per quanto egli fi rtudiaffe, non potè indurre al defideraro abboccamento Carlo V. e Franafco /. Trattò dunque fepararamente erto Pontefice con amendue. Il primo, venuto di Spagna a Villafranca, fi portò a vifitare il Papa, alloggiato fuori di iN’izza, dove fotto un padiglione per un’ora intera parlarono de’loro affari. Nel dì 21. di Maggio fi abboccarono di nuovo. Pofcia nel dì due di Giugno, un miglio di là da Nizza, fi prefentò al Pontefice il Ile di Francia co’Figli, e feguì fra lor due un lungo ragionamento. Tornò efl'o Re ad un altro congreffo nel dì 13. dello fteflo Mefe. Al lodevolirtimo zelo del Papa non venne fatto di condurre ad accordo alcuno que’due Monarchi, creduti dalla gente favia per irreconciliabili; pure tanto li affaticò, che gTindufle amendue a conchiudere nel dì (a) Da- 18. di Giugno (a) una Tregua di dieci Anni fra loro, con che reftarte Moni, Corps ognuno in poileflo di quel, che aveano prefo: il che le difpiaceffe al Diplomai, j)uca di Savoia, divenuto berfaglio di querti due Potentati contendenti, ognun lei può immaginare. E tanto peggior divenne la fua condizione, perchè l’imperadore Idegnato, per non aver erto Duca contro la promeffa voluto concedere al Papa il Cartello di Nizza, volle dipoi tener guarnigione Spaglinola in Arti, Vercelli, e Foifano. Parlò ancora premurofamente il Pontefice della tenuta deli’intimato Concilio in Vicenza* ma ritrovò varie difìicultà in que’ Monarchi, laonde con- ven-