<«<• 475 bella posta dal pubblico pel seminario ducale e per la cappella, che fu tolta solo quando parve inutile, abbondando già le scuole private; concerti e musiche d’ ogni maniera nelle feste de’ procuratori e dei dogi, nelle venute di principi, e in ogni altra pubblica allegrezza ; sale di privati convertite in teatri di società d’amatori, per cui si scrissero molte volte cantate e drammi da segnalati maestri ; studi di musica con eletta copia di strumenti e libri, fra i quali ricorda il Sansovino, come i più ricchi a’ suoi giorni, quello del Sanudo, di Catarino Zeno col famoso suo organo, di Luigi Balbi e d’Agostino Amadi, aggiungendo però, eli’ oltre a questi ve n’ erano parecchi altri qua e là sparsi per la città, con diversi ridotti, dove, concorrendo i virtuosi, faceano concerti singolari in ogni tempo : erano questi gli invili e gli esercizi continui che offriva alla musica la nostra città; onde non e a maravigliare, nè che l’arte vi ricevesse non lieve incremento e perfezione, nè che Venezia, come afferma il Buccio dell’età sua (Giorn. V, p. 211 ), fosse piena d’ uomini singolari in musica, più ancora che nelle altre arti, avendovi tutti o pubblico o particolare trattenimento. Codesto fervore per la musica ci vien descritto vivissimo nell’uscir del secolo XVI, in una lettera del procuratore Federico Contarmi a’suoi colleglli per l’elezione d’un nuovo maestro di cappella, morto il Donati. Si lagna egli che i cantori della ducale cappella fossero attesi a continue musiche, non pure nelle altre chiese e scuole e scuolette, ma in tripudi, in ridotti, in banchetti di particolari, dove canlavansi, col bicchiere in mano, buffonesche canzoni, quali vediamo in effetto pubblicate intorno a quel tempo dal Croce. Ed era allora che massimamente fiorivano le compagnie della Calza, degli Accesi ed altrettali, delle cui feste non fu l’ultima parte la musica ; ed alcune delle stesse scuole minori, siccome quelle de’Fabretti e de’Fruttajuoli, vantavano, al dire del Toscanella (I nomi ani. emod. delle prov., ec., nella dedica, Venez., 1568), cantatori e sonatori eccellentissimi. Si fatto ardore pel genere madrigalesco, che formò anticamente il principale studio de’ musici, ed ebbe in Venezia scrittori eccellenti, come il Willaert, il Rore, il Donati, i due Gabrielli, il Parabosco, Vincenzo Bellaver, Lodovico Balbi,