APPENDICE MONETE VENEZIANE PER l’ ARMATA E PER LE PROVINCIE. Fin da principio, ragionando delle più antiche monete veneziane, si ricordò il michieletto, clic, secondo i cronisti, come moneta di provvisione sulla flotta, si battè di cuojo dal doge Domenico Mi-cliiel, quando, intorno al 1123, fu in Soria alla crociala, ed il (piale diversamente vorrebbesi di piombo dal Pasqualigo nella illustrazione dell’ esemplare da lui posseduto. Poi nell’ epoca seconda si parlò dei tomesi e tomeselli, note monete di Francia, fin dal secolo XIII diffuse nell’ Oriente, ed in quelle colonie Francesi, delle quali vi ha memoria, che nel 1287 correvano in Venezia, e che oltre cent’anni dopo, fin verso il 1450, copiose vi si lavoravano, destinate per certo al traffico e a quei possedimenti marittimi della repubblica, dove per un pezzo ancora continuarono. Si ebbe altresì occasione di accennare i piccoli o bagattini, i da due piccoli e i quattrini, fatti più volle verso la mela del seco- lo XV per le nuove provincie di terraferma, dei quali col nome delle città rispettive non consta che sieno legittimi che quelli di Ravenna del 1442 e gli altri consimili di Trivigi del 1455, così i primi che i secondi col leone di faccia e solila leggenda, e colle imagini e denominazioni di sant’ Apollinare o di san Liberale loro