cì» 173 «ì=- avevano loro nome proprio individuale : fra le altre eravi un sacro della portata di 12, sulla cui volata si leggevano questi due versi: « Chiamata son la fiera serpentina Che ogni fortezza spiano con ruina. » ( 1508, Opus Thome D. Fr.J Eravi la spingarda : « Il nome mio possente. » Il cannon di nome solenne. Sulla bocca di una grossa colombrina era scritto : « Non mi aspettar. • Aveasi la spingarda gelfa, e due sterminate colombrine, con le quali andava armata la galera del sopraccomito Luigi Contarini, figlio di Francesco, che, nell’anno 1482, condusse a Costantinopoli l’ambasciator turco; erano chiamate, una la rovina, 1’ altra non più parole; e, per ultimo, ricorderemo il potente cannone di bronzo denominalo diamante, clic, dalla fortezza di Corfù, lanciava la palla in Epiro a Bulintrò, distante da quell’ isola quasi sei miglia ; nè avremo certamente 1’ ardire di credere, che quel cannone assai bello e d’insolito calibro, tolto con altri dai Francesi in Algeri, di che fa menzione la Gazzella veneta privilegiata n.° 97, del 5 maggio 1831, sia veneziano : ma l’anno 1510, che contrassegna 1’ epoca di quella funsione, e questa leggenda : Quand’ io mi nutrirò di polve e foco, Ogni terrena possa Contro ai vomiti miei cederà il loco; e le varie guerre in quelle regioni da’nostri gloriosamente sostenute, ed il costume d’allora di porre iscrizioni sulle artiglierie, sono argomenti bastanti per fare che almeno ne dubitiamo a ragione. Queste maravigliose opere, nelle quali sono altamente da lodarsi il buon gusto, la fantasia del disegnatore e la somma diligenza del fonditore, anziché la perizia e la scienza dell’ artigliere, furono eseguite nella massima parte da Sigismondo Alberghetti primo di questo nome, e dal rinomatissimo Alessandro de Leopardi insieme a