212 «o Di questo genere di navigli, trovansi ampie nozioni nel prezioso manoscritto Ma-gliabecchiano, di cui più sopra abbiamo fatta parola. TARTANE E TARTANE GROSSE. Legni da commercio ed anche da guerra. Da principio, questo genere di naviglio era destinato esclusivamente al commercio ed al trasporto; esso viaggiava con sole vele, ed era lungo di forma, comodo per ricevere il carico, veloce al corso, esigeva un limitato equipaggio, obbediva facilmente alle manovre di mare, e guadagnava cammino anco con vento stretto ; quando poi le tortane si vollero adattare agli usi di guerra, ciò che, più che altro, usavasi nel XVII secolo, ne comparvero di varie grandezze, ed anco modificate alquanto di forma, secondo la diversa loro destinazione. La tarlarla da guerra, detta anche tartana grossa, alzava tre alberi, e poteva paragonarsi quasi alla nave latina del precedente secolo : due e sovente quattro cannoni di grosso calibro, e dodici fino a trenta cannoni petrieri ne costituivano l’armo. Le tartane minori portavano due soli alberi, quello cioè di maestra, l’altro denominato di mezzana. Le tartanelle peschereccie avevano forme totalmente diverse e due soli alberi, in guisa che nulla più avevano di comune con le altre fuori del nome e le vele, che in tutte erano triangolari, cioè di taglio, come suol dirsi, latino. A’tempi nostri, la tartana è legno conosciuto : lo era molto più nell’anzidetto XVII secolo : barche di egual nome servono ora alla pesca, e si adoprano ne’ viaggi di piccolo cabottaggio. GALERA CETEA. Naviglio da guerra. Un decreto del veneziano senato, in data 12 marzo del 1334, prescrive, che in arsenale sieno fabbricate due smisurate galere. L’ordine venne eseguito ; uno di questi singolari navigli portava 80 remi, l’altro ne portava 100. Dal contesto di quel decreto sembra poter dedurre, che a que’ tempi fossero già in uso legni di così ingente mole, della specie delle antiche galere : a questi si è dato il nome particolare di galera cetea, quasi cetaceo, appunto perchè in questa specie era il naviglio più grosso che solcasse i mari. SCAFA o SCAFO. Barche per navigazione interna. Di origine illirica, proprie a navigare sui fiumi, si sono adoperate dai nostri con buon successo nella guerra di Chioggia. Le scafe o scafi andavano armati di due bombarde. A’ giorni nostri, e fra noi, dicesi scafo al semplice guscio di naviglio. LEMBO o LIDO. Questo nome è antichissimo : non crediamo opportuno indagare, se alcuno fra i nostri autori, che lo attribuisce ai Cirenei, s’apponga alla verità o vada errato. Anche il lembo o libo comparve alla guerra di Chioggia, nell’anno i38o, e, come questo, portava non meno di due bombarde. È nostro parere, che che ne dica il Platina nella Vita di Urbano VI, che tanto le scafe, quanto i lembi, fossero legni non piccoli, ed anzi è da credere, che la carena loro