85 «o fra Veneziani e Tedeschi in Friuli ( i5io ), stando a cavallo lanciava con tanta fierezza, che dall’un lato all1 altro trapassava i cavalli e abbatteva gli uomini (i). E destrissima soprattutto e mirabile la giostra di parecchi Stratioti sull1 agghiaccialo canal grande della città armati con lancie e a cavallo ( i jqt (2) ). Onde per queste e simili valentìe erano considerati quasi come il nervo delle fanterie veneziane. Storie e inediti documenti ricordano benemeriti della repubblica Emmanuel Bocali, peloponnesiaco, secondo crediamo (i5io); Martino Gradani epiroto (1512); il macedone conte Mercurio Bua (i52^; Demetrio Cladà (155G) ; Mexa Bosichi, forse cretese (1576); Costantino Paleologo (i5g5), ed altri non pochi capitani della Stratia, meritevoli di più lunga menzione. Ma più che tutti Teodoro Paleologo, cognominato Gritza, certamente costantinopolitano, valorosissimo in arme, e forse il primo capitano degli Stratioti. Il quale, difendendo una terra appellata Muchi ( o Mulchi ), di cui egli era signore, costrinse Maometto, già impadronitosi di tutto quanto il Peloponneso, di abbandonare la fortezza dopo cinquantaquattro giorni d1 inutili sforzi (3). Appresso, venuto al senato de1 Veneziani, fu da loro amorevolmente ricevuto e fatto capitano generale di tutti i lor cavalli leggieri; che fu a1 18 di gennajo 1(4). E, oltre che militare esercitatissimo, essendo uomo savio e molto pratico delle cose di Stato, andò più volte interprete con oratori veneziani al Sultano, e talvolta oratore egli stesso. Ebbe dalla repubblica chiare prove di affezione, e la cancelleria di Oderzo, che gli fruttava ciascun anno trecento sessanta ducati. Morì del i532, in età di più che ottant1 anni, e fu sepolto in chiesa di san Giorgio de1 Greci con grandissima pompa (5). Altre cose di lui e di un Giovanni Paleologo, capitano degli Stratioti (i5o9-5G), probabilmente figlio di Teodoro (a cui succedette nella Stratia ), sono da leggere nell1 Ellenomnemone del cav. Andrea Musto-xidi ; lavoro assai ricco di notizie rarissime sopra tuttociò che può risguardare gli ultimi anni dell1 Imperio bizantino e i fondamenti della posteriore letteratura greca. Ripigliamo la storia, dalla quale divertimmo. Non solamente gli Stratioti ed altri dei Greci in Venezia chiesero e conseguirono nel giorno stesso la grazia di acquistare il terreno e fabbricarvi una chiesa, ma ottennesi anco un Breve da Leon X (3 di giugno 15i4 ) ? per cui veniva loro permessa la erezione della chiesa con campanile e cimiterio, a libero esercizio del loro culto ; con l1 obbligo di contribuire P annuo censo di cinque libbre di cera bianca ; che nón fu pagato mai, nè richiesto (6). E intanto, cercando il desiderato spazio, poiché, per querele già mosse, era ito a vuoto un acquisto fatto in parrocchia di san Canciano, e particolarmente in Hi ri, il dì 3 d1 aprile i5 il\ (7), fecero procuratori Teodoro Paleologo (già disopra mentovato), Andrea de Zeta serviano, Paolo Coressi di Costantinopoli e il corcirese Matteo Barelli. I quali convennero d’un terreno con raesser Pietro Contarmi di Agostino, da Londra, per lo valore di ducati 2168 ; che fu a1 27 di settembre 1526. Posto codesto terreno nella contrada di sant1 Antonino, e finito a ponente dal rivo di san Lorenzo, terminava a mezzodì colle case Valaresso e Bosello e colla via del Grondai; a tramontana con quelle degli eredi di Giorgio Foscarini; a levante aveva (1) Luigi Da Porto, I*ettere storiche. (а) Bèmbo, Istor. Venet. L. I. — Cavrer, Anello di sette gemme, p. 200 e 2,29. (3) Spandugino, 1. I, p. 44' (4) Sanuto, Viarii Veneti, voi. LVI, p. 5io. (5) Sanuto, /. c. (б) Le Bret, Acta Ecclesiae Graecae, etc., p. 61 e seg. (7) Sanuto, D. V., voi. XX. p. 56. — Arcliiv. della Scuola, Busta 5o, n. 714.