o 397 «s- Macaruzzi ed altri mediocri architetti si ajutarono a liberare l’architettura del barocco. Cogli altri non deve confondersi lo Scalfarollo, autore della chiesa di San Simeone Apostolo, uomo forni lo di buon ingegno. Venne poi Tommaso Temanza, ingegnere della repubblica, ch’ebbe profonda dottrina, fu letterato ed artista ed archeologo. Quanto all’ architettura, egli predilesse gli antichi, e posto il suo amore pegli antichi, non sarà chi non ammiri il suo tempio rotondo della Maddalena. Ebbe a scolare Giannantonio Selva, autore del teatro la Fenice, della fronte di S. Maurizio, della chiesa del Gesù e di alcune altre opere. Uomo al cerio da non collocarsi fra i sommi. In questo libro non si parla mai dei contemporanei viventi, e noi pure seguiamo 1’ esempio. Ci duole nell’ intimo dell’ animo di dover rammemorare una perdila, gravissima, fatta dall’ Italia, mentre stiamo dettando queste pagine. Antonio Diedo, patrizio veneziano, ci fu rapito, uomo di nobile ingegno, di animo gentile, forbito scrittore, e certo uno dei migliori architetti del nostro tempo. Amò lo studio dei modelli antichi, l’imitò, ma, come fanno i valenti, senza ricopiarli servilmente. Il suo carattere architettonico è la gentilezza ; nelle sue opere si trova quella esattezza che non è gretteria, quella eleganza che non è scorrezione. Le sue opere vengono alla luce colle stampe ; le sue ceneri sono ancora calde perchè si possa da noi, a lui congiunti con sincera amicizia, qui aggiungere altre parole. Poiché abbiamo brevemente sbozzata la storia dell’architettura, crediamo che, siccome sarebbe inutile il recare dei particolari sulle costruttore degli edifizi sopra il terreno, le quali sono uguali in Venezia, come nelle prossime città, così sia necessario il far conoscere la forma delle costrutture che servono per fondamenti agli edifizi. Le quali debbono essere interamente diverse da quelle di ogni altra città per la singolare natura e condizione del luogo, e per le quali la mano e l’ardire dell’uomo hanno contrastato alla natura i suoi diritti, fondando una città magnifica dove correvano le acque dei fiumi e si univano a quelle del mare. Si edificarono chiese, palazzi, uomini abitarono dove non avrebbero dovuto abitare che i pesci, e