o 487 *s> musica in Italia (Venezia, 1811, 8.°) ; e duna Guida al canto (Milano, 1846, 8."). La musica da lui prodotta; cosa degna di special lode in un tempo, in cui lo stile teatrale vien profanando le chiese ; unisce al buon gusto, gravità e fina arte. Sennonché noi abbiam toccato di volo le glorie della nostra cappella. Nulla abbiam detto de’ suoi vicemaestri ; pochissimo dei suoi organisti, fra’ quali pur vanta, oltre a quelli che già accennammo, famosissimi nomi, Giacchetto fiammingo, Annibaie padovano, Giuseppe Guammi di Lucca, ed altri molli. Non abbiam ricordalo i suoi numerosi sonatori e cantori, che furono altre volte fino a settanta e più ; fra i quali alcuni anche compositori di molto valore, quali sono ora il Fabio, il Rova, il Mazzorin, oltre agli organisti Tommasini e Ferri. Ma dee scusarci l’abbondanza della materia, che dobbiamo chiudere in poche pagine. Accenneremo solo, prima di lasciare questo argomento, che, quantunque la cappella ne’ rivolgimenti avvenuti nel principio del nostro secolo perdesse buona parte delle sue rendite, tuttavia la sua spesa ordinaria è ancora più che cinquemila fiorini l’anno. E tanta cura se n’ ebbe in altri tempi, che per fornirla, non pur di maestri, ma anche di cantori, si scriveva a tutti i rettori di terraferma, ed agli ambasciatori presso le varie corti, perchè additassero i più eccellenti musici di tutta Europa. Onde non è a maravigliare, se troviamo spesso al suo servigio maestri e cantori stranieri; e male se ne piglierebbe argomento di scarsa cultura fra noi ; giacche, d’altra parte, potremmo nominare moltissimi de’ nostri che passarono a servire corti e cappelle straniere, fra’ quali il Memmo, i Gabrielli, il Sartorio, Giovanni Zorzi, lo Zanettini, il Boniventi, il Caldara, Giovanni Porta, i due Ziani, il Colonna, il Reali, il Ferrandini, il Galuppi, e non pochi altri. E per ciò che spelta a cantori, in soli undici anni, dopo il 1665, ve n’ebbero venticinque, che lasciarono la cappella di San Marco per darsi al servigio di principi stranieri, che dispensavano a’ musici larghi stipendi. Nè la cappella di San Marco era il tutto della musica ecclesiastica in Venezia. Quasi tulle le chiese ricordano d’aver posseduto