-=$» 296 «£=- questo, molti altri dipinti si scorgono per le pareli del tempio stesso, giudicali di quel tempo. Né certo 1’ artista che operò questo vescovo é greco. Il costume di cui lo vesti, e lo siile del disegno, ben dicono quanto sia lontano dai greci modi. Francesco Maria Tassi asserisce, che in quest’ epoca medesima vi erano in Bergamo artefici nel disegno, e reca innanzi una carta esistente nell’ archivio della cattedrale, da cui si ha notizia di un maestro Guilelmo, pittore nel 1296, e da un antico libro di spese del Capitolo di Sant’Alessandro, si vede, nel 1515, operare un Guidotlo, pur dipintore. Poi dice, che verso la metà dello stesso secolo vi era in Bergamo scuola di pittura, ed arlefici vi fiorirono di molta considerazione, come riporteremo in seguito di questa parte del nostro storico sunto. Di Padova sappiamo essersi ivi esercitata con qualche successo I’ arte della pittura ; e lo Scardeone, storico ripulalissimo, che vivea verso la metà del secolo sestodecimo, lasciò scritto : che ai suoi di aveansi, nelle antiche chiese di Padova, dipinti condotti da Ire secoli e più; i quali dipinti egli descrive in modo, che non sarebbe fuor di ragione il credere, dice Moschini, fossero quelli, di cui tuttavia rimane un qualche avanzo nelle nicchie esterne ai lati della porta maggiore del tempio di Santa Sofia. — Ne’ pubblici documenti si rinviene, all’anno 1209, la notizia di un Buzzacarino, pittore di Pisa, che abitava nella contrada di Santa Cecilia, poi detta Sant’ Agata. E di certo Enregeto, detto Prevede, si trovan memorie dell’anno 1514, nell’ archivio che fu di Sant’ Urbano, chiamato di Mantova. — Già nel 1506 era venuto Giotto a Padova, come rilevò il Rossetti dai manoscritti dell’ abate Brunacci, e come provò il Morelli nella illustrata Notizia di opere di disegno. Egli visse ivi gran tempo della sua vita, secondo il Brandolese, e vi operò grandi cose, fra* cui i conservati e veramente maravigliosi affreschi nella chiesetta dell’ Annunziata, ed alcuni altri nel gran salone. E qui vuoisi ribattere la opinione del Lanzi, il quale, fallo fermo nel suo giudizio dalla autorità della ricordata Notizia, che dice essere stato dipinto questo salone, secondo il Campagnola, da