o 355 *c=- e nelle regole della composizione. Dipinse in altri luoghi, e una bella opera ne ha la galleria Manfrin, di modi larghi e in tulto eguali alla ricordata tavola de’Frari. —Anche Giovanni Maria Za/foni, comunemente chiamato Calderari, per la professione forse esercitata da’ suoi parenti, non è da annoverarsi ultimo di questa schiera, avendo mollo lavoralo ed imitato assai bene lo stile del maestro, e principalmente nella Natività del Signore in chiesa di Pissincana. — Ma il più celebre tra gli allievi del Pordenone è Pomponio Amalteo, della terra di San Vito. Aveva egli nel nascere avuto in sorte quel genio che fa i grandi uomini; ma fatalmente non fermò stanza in una capitale, non vide i sommi maestri, non sentì lo sprone deir emulazione. Ei visse quasi sempre oscuro e modesto nel nativo Friuli, nè godè altrove della dovuta celebrità. Negli anni primi adottò interamente lo siile del Pordenone, e se ne rendette padrone a segno di confondersi con lui, ed anzi ne prese lalora anche le invenzioni. Abbracciò in appresso modi più originali, ma forse meno accurati e scelti, ne’quali mostrossi sempre gran compositore, facile nell’eseguire e dotto nel disegnare. In fine, si formò negli ultimi tempi un terzo siile, che per le massime non è dal secondo diverso, ma in cui più minuto è il carattere, il colorito più freddo e le figure sono condotte di pratica. Si veggono i molti suoi affreschi e le altre sue opere per le ville del Friuli. La sua più bella tavola a olio è quella del maggior altare in San Martino di Valvasone, annoverata dal conte Maniago fra le migliori pitture della provincia. Più che il precettore diffuse lo stile pordenonese, lasciando alunni distinti, per la maggior parie suoi parenti, i quali, sempre degenerando, conservarono alquanto la prisca scuola del Pordenone. — Primo fra questi si conta Girolamo Amalteo, suo fratello, il quale fu d’ajuto a Pomponio, e si distinse in lavori minuti e in miniature. — Vien poscia Quintilla Moretto, di lui figlia, da Girolamo Cesarmi lodata pel suo raro e divino ingegno nel dipingere e nello scolpire, e massime per la sua eccellenza nel far ritraili di cera cavali dal vivo e naturale. — Giuseppe Moretto, nativo di Portogruaro, marito di essa, e