«=ì» 34 -bisbiglione, nei quali tuttavia proseguiva a cambiarsi e a suddividersi il grosso. Altre due monete più antiche ci occorrono di metallo inferiore, e di stampa affatto distinta dal matapane d’argento e dallo zecchino d’oro, sebbene mollo simili di disegno, ambedue notale di rame o biglione a vicenda, e del peso la prima di grani 66, e la seconda di grani 45, le quali vorrebbero meglio analizzarsi per decidere se fossero il soldo di bassa lega, come pur da taluni vengono chiamate. Curiosa più di tutte per la novità, d’impronto è altra moneta rarissima di biglione, riferita dal Carli col nome di Marco Cornaro, battuta poi da altri dogi, di grani 10 circa, e che si vorrebbe anche di argento fino; dove per la prima volta, nel 1365, si osserva il leone, simbolo di san Marco, posto di faccia, col disegno che dice-vasi Sanmarco in soldo, col nimbo, colle ali, col libro e col motto : vesilifer venetiarum. Questa avrebbe in tal modo anticipata la simile riforma del soldo o marchette, poi eseguita sotto Andrea Contarmi, quando si tralasciò il disegno introdotto trentasei anni innanzi del leone in piedi senz’ ali, col nimbo intorno al capo e collo stendardo. Alla fine di questo secolo XIV e principio del seguente, tempo di grande ricchezza e commercio, ma di varia vicenda nella moneta, come si notò, si ha menzione della moneta tornese che facevasi pel Levante, cioè pei possedimenti che colà vi avevano i Veneziani e pel commercio di mare ; e del lavoro grandissimo che apportava alla zecca dove con molte faccende vi presiedeva un apposito massaro detto ai torneselli. Su tale appoggio, questo nome par che si possa appropriare a quelle informi monetuccie non assai rare, scodellate, di bassissima lega, e malissimo impresse, che si Irovan appunto dei dogi Mocenigo, Steno e Foscari ; talvolta male rilevate ed erroneamente attribuite ad alcuno dei dogi più antichi ; e potrebbero essere i piccoli del peso circa di grani 3, che intorno agli anni 1379 e 1385 si trova essersi ridotti al peggio di carati 992. E noia 1’ origine della buona moneta di tal genere a Tours in Francia nel 1226, d’onde in vari luoghi e modi si diffuse; e quella peggiore prese voga grandissima in Oriente, messavi in corso