<3» 178 *£>■ buttone medesimo. A tal fine pensava giungere aumentando il calibro del cannone e facendo che i projetlili fossero torniti alla loro metà per una zona lunga quanto misura un terzo del loro diametro, pensando che per quella parte cilindrica, terminata da due emisferi, sarebbe impedito il rivolgimento del projettile nella canna, e sarebbe per tal modo egualmente supplito all’ uffizio del buttone in assettare la carica. Tuttavolta questi suggerimenti di Sigismondo, mentre vennero pubblicamente esperiti, pure non furono adottali, e di ciò è facile indicarne le cause. A conseguire completamente 1’ effetto ravvisalo dall’Alberghetti, si richiedeva squisita esattezza nella canna del cannone e nella armilla cilindrica del projettile, che sono quasi le stesse difficoltà volute superare in Inghilterra da quel principe Roberto, anzi, a nostro parere, nasceva l’altro inconveniente, che, crescendo pel nuovo metodo dello stesso Alberghetti il volume del projettile, crescer dovevano in ragione anco i profili del cannone, la sua grossezza, cioè, la quantità del metallo, le dimensioni degli affusti, quindi il peso, e farsi perciò maggiore la difficoltà del maneggio ; che lo sfregamento del projettile cosi modellato, era senza confronto maggiore di quello il fosse da una sfera ; che ogni minuta differenza accidentale tra il calibro del cannone e quello del projettile medesimo poteva, nell’ atto della scarica, fare che quest’ ultimo prendesse una disposizione diagonale, vale a dire, che nello scorrere urlasse la parete in due punti diametralmente opposti, nell’uno o nell’altro de’ quali casi restava compromessa la sicurezza del pezzo, e quindi esposte ad evidente e sicuro pericolo le vite de’ cannonieri. Che se non per questi di lui trovamenli, del projettile composto e del cannone riformato, certo merita Sigismondo largo encomio per averne cavato partito nel tirare le granale e le bombe mediante il cannone, emulando così il di lui contemporaneo M. Deschiens, che usava di questo polente mezzo di offesa, l’anno 1690, contro quatr Irò navigli inglesi, la qual cosa leggiamo nella recente opera di Paixhans: Nouvelle force maritime, pag. 85. A questo proposito vogliamo ricordare, che al finire del decorso secolo, anche il nostro