586 Annali d’ It a li a; che egli vide tracollati idi lui affari, non fu pigro ad unìriì colla Lega Lombarda contra di lui. Egli fu , che co i Parmigiani Sire e Piacentini nel dì 12. di Marzo, fecondo Sire Raul (a), intro-duffe il difperfo Popolo di Tortona nella defolata loro Città, la Jtaliear. quale perciò tornò a nforgere . Andò intanto crefcendo la Lega delle Città Lombarde , entrandovi or quella or quella, chi per ricuperare la perduta Libertà ed autorità , e chi per non effervi affretta dalla fòrza e potenza dell’altre. Il Suddetto Sire Raui nomina le Città confederate con quella di Milano , cioè le Città della Marca , capo d’effe Verona , Brejcia , Mantova , Bergamo , Lodi, Novara , Vercelli, Piacenza, Parma , Peggio, Modena , Bologna , e Ferrara. Confeffa il Continuatore di Caffa- (b)Continua!. ro (¿) } che anche i Genovefi furono invitati ad entrare in que-AmaL^G:- ^a ^e£a » ed eziandio Spedirono i lor Deputali per trattarne , nuenf i. j. ma fenza che tal negoziato aveffe effetto. JuT6 Rer' *° dato alla luce (c) 1’Atto della Concordia feguita nel (c) Antìqu. dì 3 - di Maggio dell’anno preferite fra il luddetto Marchefe 0-Italie. Dif. bi{{0 , e i Confoli di Cremona , Milano , Verona , Padova, Man-futat. 48. tova ^ Parma , Piacenza, Brefcta , Bergamo , Lodi, Como ( degno è di offervazione , che ancora i Confoli Comafchi aveano abbracciata la Lega ) Novara , Vercelli, Ajii, Tortona , Alejjan-o/va nuova Città, e Bologna. Leggonlì ivi i patti ftabiliti fra loro e i nomi de i Deputati di cadauna Città . Fu guerra iti ^ Anndes quell’ Anno fra i Pifani e Lucchefi (¿/). Erano gli ultimi Colle* PifamT.6. gati co i Genovelì, e fecondo il concerto fatto con effi, verfo Rer. Italie. }a metà ¿[ Maggio andarono ad affediare il Cartello di Afciano, e dategli varie battaglie fe ne impadronirono. Accorfero i Pifa-ni, ma non a tempo, e venuti ad un combattimento ebbero la peggio con reftarvi molti di loro prigioni, i quali furono mandati da i Lucchefi nelle carceri di Genova: il che venne credu-. to cofa infame, e degna dell’odio di tutti. (e) Gl’impetraro-Annaì.Ge- no i Genovelì per potere col cambio riavere altri loro prigioni nuenf. l. ». detenuti in Pifa . Continuò tuttavia la guerra fra i Pilàni, eGe-novelì, e contuttoché molto fi adoperaffe Villano Arcivejcovo di Pifa , che era tornato al poffeffo della fua Chiefa, per mettere pace fra quelle due sì accanite Città , pure non gli venne fatto: tanto predominava in cuor di que’ Popoli l’ambizione rì’eifere foli in mare, e foli nel commerzio e guadagno. Aveano finquì i predetti Genovelì tenuto come fequeftrato nelle loro Città il vanerello Re di Sardegna Barafone, fperando, eh’ egli arrivaffe pure a \