A n n o M L I V. gran lode. Ma quello Lanzone , iìccome personaggio ben prov veduto di Senno, ed amante della patria, itene poco a riconoSce-re , a che pericolo fi eSponeffe la Città, e non men la fazione contraria che la Tua. Fors’ anche avea coniigliatamente operato tutto per condurre alla pace i Nobili eftinati. Perciò Segretamen-te s’ abboccò con alquanti Nobili fuorufciti ; e rapprefentato loro , quanto a tutti potea avvenire per così fiera disunione, nontrovò diiiìculrà a itabilire una buona pace e concordia : con che rientrarono i Nobili in Milano, e deporto ogni Spirito di vendetta , at-teSero sì i grandi, che i piccioli, a vivere per allora con buona armonia, benché poco fortero difpoftì gli animi dell’ una parte verfo dell’ altra. Tal fine ebbe quella fcandaloia difcordia . Conoscendo Poppane Patriarca d’ Aquileia, quanto forte agevole nella corruzione , in cui iì trovava allora la Corte Romana per cagione d’ un Papa pieno di vizj , 1’ ottenere quel , che il voleva: (a) tanto s’ adoperò , che ne riportò un decreto , che la Chiefa di (*) DanduL Grado, benché da più Secoli iimembrata, doverte riconoscere per j0^hr°niC(r‘ Suo Metropolitano il Patriarca Aquileienfe . Ne gli ultimi Mei! Rer. jtaìie, adunque dell’ Anno preSente portatoli con gente armata a Grado, diede il faccoa quanto v’ era di buono; ed appunto con barbarica crudeltà attaccò il fuoco alle ChieSe e alla Città, e ne fece un falò. Domenico Contareno Doge , ed Otfo Patriarca di Grado, com-moffi da sì empio inSulto , ne fcrirtero lettere affai calde a Papa. Benedetto , e Spedirono apporta a Roma i lor Meflì per implorar giuftizia e riftoro . Furono trovate così buone le lor ragioni, che ii venne nel Sinodo Romano ad abolire il Privilegio Surretticiamen-te ottenuto con obbligo di reftituire il maltolto. Ed allora il Doge di Venezia lì ftudiò di rifabbricare 1’ abbattuta Città di Grado. Tornati che furono alle lor cafe i Normanni dopo la morte di Maniaco, Guaimario IV. Principe di Salerno e di Capoa , mal Sofferendo, che Argiro fotto F ombra del Greco Imperadore u-Sarte il titolo di Principe di Bari, e di Duca d’Italia, determinò di fargli guerra. Aveva erto Guaimario prefo il titolo di Duca di Puglia e Calabria, quaiichè quello gli Som minili rafie diritto Sopra quelle Provincie . Ora avendo egli condotti al Suo Soldo i Normanni, che aveano abbandonato Argiro, portò le Sue armi contro della Calabria. CoSa ivi fa certe, non fifa. Lupo ProtoSpata p^Z/paZ {b) Solamente nota, che Guaimario iniìeme con Guglielmo Ferro- in Chr»r>ico.\ dibraccio, Capo de’ Normanni, vi fabbricò il Cartello di Squii-laci. Guglielmo Pugliefe aggiugne ( c ) , ch’egli paSsò con quel- i. 2. Tomo VI. I 3 le