XXXIII » A quefto, e ad Arrigo V., e agli altri invafori dello Stato Ec-» cleiiaftico , giacché gli vede Tempre, e gli confetta puniti da Dio, »avrebbe meglio, che ad Innocenzo II., e a’Succeflori all’anno » ii 39. dato il Sig. Muratori quel í'uo zelante avvifo -- a cui, e a » gli altri Tuoi SucceiTori volle Iddio dare un nuovo ricordo di quel » verfetto del Salmo : Hi in curribus, & hi in equis : nos autem in » nomine Dei noftri invocavimus- : affinchè a guifa del Santo Re Da-» vide fi annafferò contro 1 Nemici della Chiefa, e imploraffero »alla giuftizia della lor guerra il Divino aiuto. E ad Innocenzo » II., e a tutti gli altri Pontefici, che ad efempio di S. Leone IX. » ufarono eferciti per difender gli Stati della Chiefa , non per u-» furpare gli altrui, deve piuttollo adattarli il verfetto, che fegue »nel roedefimo Salmo: Ipfi obligad Junt, & ceciderunt , nos autem » Jurreximus , & erecli fumus, Ora per dire ancor noi qualche cofa fu quefto Tomo VI. non può aver luogo il fentimento del Muratori, ove all'an. 1026. pag. 83. dopo aver riferito ciò che fcrive Wippone di Corrado, cioè, che con gran podeftà regnò in Ravenna: Cum magna potefiate ibi regnava -, così foggiunge : IL che fempre più ci ajjlcura , che Ravenna col fuo Ejarcato era allora , an^i da gran tempo , com-pfefa nel Regno d' Italia. Che Ravenna, ed il fuo Efarcato , e allora , e prima fperrafTe al dominio fovrano della S. Sede , lo confefla P ifteflo Pagi nella Vita di Stefano li. §. 10. ove così fcnve : lllud certum videtur Adnotaton Baromi, ab hoc tempore plenam in rebus Civilibus adminiftrationem Pontífices Romanos, tam Romee, quam in Exarchatu Ravennatenfi exercuijje, nifi rebellionum motibus aliquan-?o impedirentur . Che poi Corrado vi regnaffe cum magna potefiate, quefto può rifenrfi alla fua prepotenza, e ingiutlizia, il che deve concederli dall’ifteflo Muratori, il quale antecedentemente all’ ifteflo anno pag. 82. riferifee le fcellerate ed abbominevoli azioni di eflb Corrado fatte nel Pavefe , maravigliandoli ancora, che il buon IVippone le racconti quafi come gloriofe prode^e del Re Corrado. Dice inoltre all’anno 1027. pag. 88. il Muratori, che allora, molte Chiefe d Italia, majjimjmente le maggiori, aveano i lor Cardinali al pan della Ch/efa Romana. Che anticamente ciafche-duno , eh’ era Prete, o Diacono Titolare di qualche Chiefa, quefto fi chiamaffe Prete , o Diacono Cardinale di quella Chiefa, con vai) eleni} j lo dimoftra il Tommafini nella fua vecchia e nuova difciphna della Chiefa Parr. I. hb. 2. Ma non fi può giammai aflcr ¡re fondatamente, che in appreffo, e fpecialmente nel Seco- lo XI. Molte Chieje d’ Italia , mafijimammie le maggiori , aveano i lor