558 Annali d’ Italia; aiuto del Re Lodovico il Re d’Inghilterra: il che mife freno a Federigo, che oramai fi credea di potere dar legge a tutti, e pretendea, che a i foli Vefcovi del fuo Imperio appartenere il giudicar dell' elezione del Romano Pontefice. In fomrna eiTo Au-gufto , mal contento di tanti maneggi inutilmente fatti, fu forzato dalla mancanza de’ viveri a tornarfene coll’ efercito in Germania,- e 1’Antipapa veggendofi mal ricevuto in quelle parti, fe ne tornò in Italia. Rimandò poco dappoi Federigo in Italia l’eletto Arcivefcovo di Colonia Rinaldo , principal arnefe, ma ar- (a) Acerbus nefe peffimo della fua Corte, (¿Oche fatto un viaggio per la forLauTni. Lombardia, Romagna, Marca di Verona, e Tofcana, fi ftudiò T.ó.Rcr. ir. ài affodar tutte le Città, e Principi nell’ofl'equio verfo dell’ Impe-s'?/f rad°re • Intanto il miferabil Popolo di Milano ( £ ), efclufo dalla Chron‘. '7%. ^ua Patria, fenza tetto dove ricoverarli, fu ripartito dal Vefcovo Rcr. taiìc. di Liegi in quattro fiti, alcune miglia lungi dalla Città, con per-nìul SlH,'i meffi°ne di fabbricar ivi de’Borghi per loro alloggio . Tornò in Tom.6. Rer. Germania quel Vefcovo, e lafciò al governo d’ eil'o popolo Pietro itahcar. di Cunin , che cominciò a far delle eftotfioni in varie maniere. sdenuLChr. Terminò in quell’ Anno il Re di Sicilia la guerra di Puglia (c) Johann, de colla prefa di Taverna e di Monte Arcano; e pattato a Salerno, LChron°ì'of. ^enza volervi entrare, s’accampò fotto quella Città. Era invi-janova. ' perito conrra di quel Popolo, perchè eflb dianzi avea conientito alla congiura, che divampò contra di lui. Pretefe il Re una gran fomma di danaro da que’ Cittadini, nè potendo eglino colla puntualità ricercata foddisfare al pagamento , con quello pretelto minacciò Guglielmo l’ultimo eccidio alla Città. Ed era difpofto ad efeguir la parola , quando fui bel mezzo giorno e a Ciel fereno, inforto un impetuofo turbine, feguitato poi da una furiofa pioggia, fchiantò quali tutte le tende, e fpecialmente la Regale, in maniera che Guglielmo, il quale allora dormiva, corfe pericolo di riportarne gran danno. Se ne fuggì egli in una picciola tenda, che era rimalla in piedi, con raccomandarfi 'a San Matteo Apo-ilolo, -il cui Corpo fi pretende confervato in quella Città. Fu quello in fatti creduto un miracolofo ripiego del fauto Apollolo, per liberar da quel rifchio il fuo Popolo ; e però impaurito il Re nel dì feguente fciolfe le vele verfo Palermo , nè altro male fece (d)Cafari a quella magnifica Città. Inforfe in quell’Anno difcordia Ira i Annai. Ge- Pjni e Genovefi nella Città di Collantinopoli. Avendo preva-Rer.^to i primi, diedero il facco al fondaco de’Genovefi, con afpor-itaiìear. tarne il valore di trenta mila perperi.( d ) Portatene le querele a Geno-