275 ~=> Una caravella gli fu subilo armata, e il 22 marzo litio diede le vele ai venti dal Capo di San Vincenzo. Toccata Madera, passò alle Canarie, indi volgendosi al Capo Bianco, e visitando poi 1’ ampia foce del Senegai, già da cinque anni scoperta da’ Porloghesi. Continuando il cammino verso mezzodì, mentre si accingeva a doppiare il Capo Verde, incontrò due caravelle, di cui l una guidata da Anto-niotto Usodimare, patrizio genovese, bramoso egli pure di visitar nuove terre in cerca di gloria, ma più di ricchezze. Le tre navi si spinsero di conserva fino alle foci del Cambia, e le avrebbero rimontate, se l’accoglienza ostile degl’indigeni non determinava la spedizione a rimettersi in mare, e le turbolente ciurme non chiedevano minacciose il ritorno alla patria. Una seconda spedizione tentò il Da Mosto l’anno seguente ; e, armato per sé una caravella, si associò col genovese compagno del primo viaggio ; 1’ infante Don Enrico una terza caravella allestì. In vista del Capo Bianco, fierissima procella colse quei naviganti, che, dopo aver lottato tre giorni coi venti e col mare, scopersero le isole di Capo Verde. Lieti di sì bella ventura, mossero indi alle foci del Gambia, e per sessanta miglia le rimontarono, ospitalmente accolti dai naturali di quelle rive. Proseguendo il cammino verso mezzodì, giunsero fino al Rio Grande : fu questo il limite estremo del viaggio, e rivolgendo le prore al settentrione tornarono in Portogallo. Di queste sue spedizioni ha steso il Da Mosto un ragguaglio, il più antico ehe s’ abbia di navigazioni moderne; eccellente ragguaglio, quale poteva aspettarsi da un uomo illuminato e delle marittime cose espertissimo, ingenuo e senza millanterie, che non osò mai attribuire a sé le scoperte altrui, ma quelle pure veridicamente descrisse dei Portoghesi che lo precedettero nei tentativi, e quelle di Pietro De Sintra che alle sue seguitarono. Pregevole per copia di notizie raccolte sulle popolazioni, sui governi, sui prodotti e sul traffico, sì delle coste marittime lungo cui veleggiò, come delle regioni più addentrate del continente africano, la relazione di Alvise Da Mosto fu soggetto di dileggi e di controversie, quantunque volte la