418 Annali d’ Italia gieri sì mal difporto verfo di lui l’animo del Papa, comandò a’Tuoi Ufiziali di cominciar le oftilità contro la Città di Benevento: il che fu cagione ancora, che eiio Papa Onorio fi trasferire colà. Quivi egli fulminò la fcomunica contra d’eifo Conte, e di chiunque gli preftarte aiuto: il che fervi a Rainolfo Conte d’Alife per abbandonar Ruggieri, e feguitar la parte del Romano Pontefice. Dimorava tuttavia in Salerno il Conte Ruggieri , e di là {pedi altri Ambafciatori a Benevento, pregando il Papa di concedergli il Ducato ; ma furono ancor quelli rimandati con fole dure rifporte. Il perchè Ruggieri perduta la pazienza, e conofcendo volerci altro che preghiere e parole per piegar l’animo indurirò del Pontefice, fe ne tornò in Sicilia, rifoluto di cercar colla forza ciò, che non poteva ottener colle maniere amichevoli di pace e fenza iicenza del Papa affunfe il titolo di Duca. Intanto i Milanefi più che mai (a) Anony- anfanti di fottomettere la Città di Como , (a) fecero venir da rnui Poeta Genova e da Pifa buona copia d’Artefici, atti a fabbricar Navi, Tom.V. Rer. Cartelli di legno , groflè Balirte , ed altri ordigni di guerra. Ot-Ifaticar. tennero gagliardi foccorfi da Pavia, Novara, Vercelli, Arti, Alba, Albenga, Piacenza, Parma, Mantova, Ferrara, Bologna, Modena, e Vicenza, ficcome ancora dal Conte di Biandra-te , dalla Garfagnana , e da altre parti. Dal che vegniamo a co-nofcere , che tutte le fuddette Città fi governavano a Repubblica, nè più erano governate da Minirtri Imperiali. Con queftoportante efercito fi portarono i Milanefi all’ afledio di Como , che fu con vigore fortenuto da’Cittadini , finché ebbero forze. Ma in fine veggendo vicina la rovina loro , prefero la rifoluzione d’imbarcar’una notte tutte le loro Donne e Figliuoli col meglio delle fo-ilanze ; e fatto nello fteflo tempo un grande ftrepito nella Città, e una fortita fopra i nemici, affinchè non inquietaflero le preparate navi, anch’erti dipoi imbarcatifi fui Lago, navigarono al Cartello di Vico, con animo di quivi vendere caro la lor libertà e la vita. Entrati la feguente mattina i Milanefi nella Città, fi avvidero della fuga de gli abitatori. Di là paflarono al fuddetto Cartello di Vico, ma trovandolo inefpugnabile, e necertario gran tempo e fpefa per vincere la coftanza de’ Comalchi, diedero finalmente orecchio alle propoiìzioni di pace. Fu quella infatti rta-bilita, confervati i beni a i Cittadini, ma condennara la Citcà a perdere le mura , ed ogni altra fortezza , e a preftare ubbidienza e tributo da lì innanzi a Milano. Pretefero il Puricelli, e il Padre Pagi? che l’eccidio di Como feguitfe nell’ Anno fuueguen-