vf quem habebat estate puerum, malis artibus in Petri Cathedram A fi* gshs reverendam idem Albericus intrujìt . Eri vides, quae Jìnt a Prin-cipibus toleranda &c. Perciò contro ragione fé la prende con quel Ven. Scrittore , prorompendo in quella zelante intempeiliva correzione : Pare piuttofio, ch’egli dovejfe ricordare a’ Juoi Elettori di aver gli occhi Jolamente a Dio, e al bene della Chiefa , e non già. allo jplendor dell' oro, nè a proprj vantaggi. Nell' elezione di Benedetto IX. niun Principe ebbe mano . L’ oro fu il Principe , che fece eleggerlo , e da cjuejlo tiranno , e non da violenta di Principe alcuno fi lanciarono quefla volta abbagliare il Clero, e Popolo Romano. Oltre di che tal modo di parlare ci Sembra, che polla difpiacere al Sacro Collegio , quanto quello del 1047. Fu giufiamente rimeffa in piena libertà del Clero Romano /’ elefion de’ Sommi Pontefici, che da molti fecoli s’ ufa , cd è da defìderare , che Jempre duri: ma che nello fiejjo tempo cefp.no le fcandaloje lunghe^e de’ Conclavi, e le private pajjloni de’Sacri Elettori in affare di tanta importanza per la Chiefa di Dio. Del rello il Card. Baronio non l’ha collTmperadore : parla d’Alberico Principe Romano. E ci accorghiamo, che il Sig. Muratori l’ha oiTervato : mentre fcanfando le di lui parole, ha prefe dal Pagi ( num. y.) quelle di Vittore III. da cui è chiamato il giovane intrufo cujusdam Alberici Confuhs filius : perchè gli è flato più facile con toglier via quel Confulis, di Spacciarlo per figlio d’ un certo Alberico cujusdam Alberici filius. Eppure non va egli lungi dal Baronio, quando terminati i 30. anni di Pontificato in cafa di que’ Principi, dice col Malmesburienje, che Gregorio VI. trovò sì diflratti, e defolati i beni dello flato della Chiefa Romana, che appena gli reilava da vivere. Benché avelie detto del primo de' tre Pontefici Albericani Benedetto Vili, che col favore di S. Enrico avea rimeffa in buono flato la S. Sede : narrando anche all’ anno 1016. la di lui imprefa per cacciar di Luni i Saraceni, e la legazione da lui fpedita 1’ anno feguente in per-fona del Vefcovo d’Oflia a Pifani, per animarli a cacciar que’ barbari anche di Sardegna, della quale ne diede loro la inveiti-tura. Ma torniamo a’documenti. » Certa cofa è, che fe alle Donazioni della S. Sede opponefTe il Sig. Muratori documenti manifeflamente contrarj , di chiunque fi follerò , darebbe almeno contezza degli ufurpatori de i di lei beni. Ma per lo più non fono i documenti, che s’ oppongono alle Donazioni: fono le congetture , e gli argomenti, che da quelli' fi tirano. E in ciò ha molta facilità il noflro Annalifla, come quel- » lo ?