XXX i Confolati, le Zecche, i Dazj, le Gabelle, i Porti, i Mulini, le Pefcagioni, ecl altri iimili proventi: tutto, tutto, gridarono que’ gran Dottori, è dell' Imperatore-. Onde tutti que’Principi, e Signori cederono ogni loro diritto a Federigo , il quale per gran favore rilafcionne alcuni a chi produffe Indulti, e Diplomi Imperiali, e guadagnò con tal Sentenza di que’Dottori 30. mila talenti annui. Narrato poi quel fatto celebre del palafreno donato dall’ Imperadore a Martino, perchè contro il fentimento di Bulgaro affermò effer l’ Imperadore giuridicamente padrone di tutto ’l Mondo , così profegue — Guadagnò ben Federigo con poca fatica il dominio di tutto il Mondo. Sarebbe prima flato da vedere fe i Franzefi, Spagnuoli, Ingleiì, e molto più fe i Greci, i Periiani, i Cinefi &c. la intendeffero così. Ah! che 1’ adulazione Sempre è ftata la ben veduta nelle Corti de’Principi - Claufula veriffima, anche per conto di chi la pronunzia, coinè lo prova ciò che abbiam riferito, e che riferiremo in avvenire , Senza punto adular la Corte , in cui Scriviamo . La verità, e la giuftizia abborrifcono tal maniera di Scrivere; e la Santa Sede per giuilificare i Suoi diritti non ha d’uopo di adulazioni. La nuda, e Semplice efpofizione de’fatti, fenza {tendere le pretenfìoni oltre al giufto, pone in chiaro ciò che le fu ufur< pato . Ma profeguiamo le azioni d’uno de’ maggiori ufurpato-ri , che lìa itato mai, qual lo defcrive il Signor Muratori„ »Dicemmo già, che avendo invali Federigo l’anno 1154- i beni e gli Stati di Matilda, Adriano IV., che per allora tacque, dovendola far con un Principe , a cui coflava poco V eccidio delle Città, come dice all’anno Seguente il Sig. Muratori, avea mandati l’anno 1159. i Suoi Legati per ripetere fra le altre cole le Regalie di San Pietro , le quali poco Sa udimmo interpretarli per 1’ Imperadore Ducati, Marchefati &c. e allora le udimmo interpretar poderi, perchè Regalie della S Sede. Or’a quefti Legati egli riSpoSe affai alto. Natn ( Radevic. hb, 2. cap. 30. ) cjuum divina cdinat'one Imperator, & dicar, & firn , fpeciem tantum Dominantis effingo , & inane utique porto nomen, ac (Ine re, fi Urbis Romce de manu nofira poteflas fuent excujja. Ci Serviamo volentieri de’ Tetti latini, perchè nelle traduzioni perdono molto d’energia, come Segue anche qui. ove dice il noftro Annali-ila: - Parendogli di diventare un’Imperadore de’ Romani di Solo nome, e da Scena, quando Se gli voleffe levare ogni potere e dominio in Roma, Morì lo fteffo anno il Pontefice, e gli fu da« to i