Anno M C V I ; 347 gonza (a) nel Natale dell’Anno precedente per trattare di con- (a) Atbas cordia fra i due Arrighi Padre e Figliuolo , e fra gli Scismati-ci e la Chiefa Romana. Dovea , dico, intervenirvi il vecchio on^Frlfm-Arrigo', ma dal Figliuolo era trattenuto , come prigioniere in sepfis ch:-un Cartello. Fece egli iftmza per la libertà; ma i Principi te-1'7' c‘ "* mendo , che il Popolo avvezzo a favorir più lui che il Figliuo- lo , non tumultuale, ed anche perchè Ricardo Vefcovo d’Albano, e Gebeardo Vefcovo di Cullanza Legati Apollolici giunti a quella Dieta aveano confermata la fcomuuica contra d’ effo Im-peradore : non permifero, ch’egli vernile fino a Magonza. Gli andarono erti incontro ad Ingheleim , e tanto gli diflèro colle buone e colle brufche , che l’induffero a rinunziare al Figliuolo la Croce, la Lancia, lo Scettro , e gli altri ornamenti Imperia- li, ma non già la Spada , e la Corona. Non manca chi fcrive, effergli ftate tolte per forza quelle divife della fua Dignità ; fcnvono altri, che fpontaneamente le raffegnò. Si riconobbe Arrigo colpevole dello Scisma , e de’ mali avvenuti per tal cagione , e pentito ne dimandò l’adduzione al Legato Apoftoli-co , il quale giudicò di non aver facoltà ballante per rimetterlo in grazia della Chiefa. Gittoffi anche a’piedi del Figliuolo (fi), ^ jnonyMir ricordandogli il diritto della Natura; ma quelli nè pure voltò m Vìi. hcrì. gli occhi verfo di lui. Portate a Magonza le infegne Regali, fu nci lff-confermato Re il giovane Arrigo V. e fpedita una folenne am-bafceria di alcuni Vefcovi e Baroni a Roma, per comporre tutte le vecchie differenze, ed invitare in Germania il Bornano Pontefice. Ma quelli Ambafciatori nel paffare pel Trentino furono affaliti da un certo Adalberto Conte (c), fvaligiati e cacciati in prigione, a riferva di Gebeardo Vefcovo di Coftanza, che Urfpfr^nf. tenne altro cammino, e fatto fcortare dalla Conteffa Matilda, AnnaUfla felicemente arrivò a Roma. Di quella iniquità avvitato Guelfo SaX0‘ V. Duca di Baviera , corfe colle fue genti , e sforzate le Chiu-fe , obbligò effi malandrini a rimettere in libertà que’Prelati e Signori. Intanto il deporto Imperadore Arrigo lì ritirò a Colonia e a Liegi, dove fu con qualche onore accolto , e di là fcrif-fe Lettere compaffionevoli a tutti i Re Criiliani, lagnandoli de’ trattamenti a lui fatti dal barbaro Figliuolo, e della violenza ufatagli per detronizzarlo . Una fpezialmente fe ne vede al Re di Francia, che non lì può leggere fenza ribrezzo. Trovati anche non pochi favorevoli al fuo partito, e fpezialmente Arrigo Duca di Lorena, ripigliò il penlìero di far guerra. Ma pre- i